Affitti a canone concordato | C’è una regola che taglia le tasse e ti fa risparmiare: lo sconto arriva dallo Stato
Affitto (Pexels) - Circuitolavoro
Chi affitta casa con il canone concordato può beneficiare di una tassazione ridotta al 10% grazie alla cedolare secca: un’agevolazione che taglia drasticamente le imposte sui redditi da locazione.
Il canone concordato è una formula pensata per favorire l’incontro tra proprietari e inquilini, garantendo canoni calmierati e vantaggi fiscali reciproci. Per i proprietari significa accedere a una tassazione ridotta, per gli inquilini ottenere affitti più sostenibili.
La cedolare secca al 10% rappresenta infatti una delle agevolazioni più apprezzate, perché sostituisce IRPEF, addizionali e imposta di registro, semplificando gli adempimenti e alleggerendo i costi.
Come funziona la cedolare secca e quando si applica
La cedolare secca è un regime opzionale introdotto per semplificare la tassazione sugli affitti. Chi sceglie questa formula paga un’imposta sostitutiva pari al 10% del canone annuo, in alternativa all’IRPEF ordinaria e alle relative addizionali. L’agevolazione vale solo per i contratti a canone concordato, cioè quelli stipulati secondo gli accordi territoriali tra associazioni dei proprietari e degli inquilini, e validi in Comuni ad alta tensione abitativa o in quelli colpiti da calamità naturali.
Oltre all’aliquota agevolata, chi aderisce alla cedolare secca beneficia dell’esenzione dall’imposta di registro e da quella di bollo, normalmente dovute per i contratti di locazione. È importante però che il contratto venga registrato all’Agenzia delle Entrate entro 30 giorni dalla firma e che il locatore rinunci agli aggiornamenti del canone legati all’inflazione. In caso contrario, il regime agevolato non può essere applicato.

Vantaggi e attenzioni per proprietari e inquilini
Il principale vantaggio è economico: con la cedolare secca al 10%, il risparmio fiscale può arrivare a centinaia di euro l’anno rispetto alla tassazione ordinaria. Per esempio, su un affitto annuo di 8.000 euro, l’imposta sostitutiva ammonta a 800 euro, contro importi ben più elevati calcolati con l’IRPEF progressiva. Anche la gestione risulta più semplice, poiché la cedolare si paga in dichiarazione dei redditi con gli stessi acconti e saldi dell’imposta ordinaria.
Resta però fondamentale verificare che il contratto rientri nelle condizioni previste: deve rispettare i limiti di canone stabiliti per la zona e riportare gli estremi dell’accordo territoriale. Inoltre, il proprietario deve comunicare ogni proroga o risoluzione del contratto tramite i servizi telematici dell’Agenzia delle Entrate. Applicare correttamente la cedolare secca al 10% significa non solo risparmiare, ma anche mettere in regola la locazione con un sistema trasparente e vantaggioso per entrambe le parti.