BECCATI SUL LAVORO: lo hanno fatto e sono stati licenziati in tronco | In molte aziende è una prassi

ragazza che urla

Personale licenziato in tronco (pexels) - www.circuitolavoro.it

Attenzione al comportamento che si assume in ufficio: sono tanti i casi di licenziamento confermati dalla cassazione 

Il mondo del lavoro è regolato da un delicato equilibrio tra diritti e doveri, ma spesso i confini non sono così chiari e anche la legge fa fatica a interpretare determinati comportamenti.

Negli ultimi anni, complice anche la diffusione degli smartphone, e in generale della tecnologia, si è registrato un aumento di casi in cui i dipendenti hanno utilizzato registrazioni audio o video dei colleghi e dei superiori per tutelarsi in contesti conflittuali.

Tra le ultime novità di questi anni, sicuramente è da citare l’entrata in vigore delle chat di WhatsApp come prove ufficiali per un processo, ma per quanto riguarda la registrazione di materiale privato durante le ore di lavoro, la legge è abbastanza precisa: è lecito registrare, anche a insaputa degli altri, ma solo in casi specifici.

Il caso recentemente discusso dalla giurisprudenza mette in evidenza come la registrazione dei colleghi sul posto di lavoro, senza il loro consenso, rappresenti anche una violazione della fiducia e un comportamento sanzionabile, ma non quando viene giudicata in buona fede, oppure quando il dipendente è ‘costretto’ a farlo per trovare delle evidenze su abusi a cui è sottoposto, vediamo quindi nel dettaglio cosa sancisce la Cassazione.

Registrare colleghi e superiori: cosa dice la normativa

Secondo il diritto del lavoro e le pronunce della Cassazione, registrare colleghi o capi a loro insaputa è lecito solo in circostanze eccezionali.

Il lavoratore deve dimostrare che la registrazione sia l’unico mezzo per tutelarsi, ad esempio in caso di mobbing, discriminazioni etc, e che non sia stato fatto per motivi futili o per inficiare sulla condotta dei colleghi: deve essere una difesa personale.

ufficio con vari colleghi che chiacchierano
Benessere tra colleghi, la Cassazione parla (pexels) – www.circuitolavoro.it

La specifica della Cassazione

Ovviamente la legge è abbastanza sfumata, sarà al giudice capire la situazione e interpretare l’utilizzo delle registrazioni, l’importante è che il lavoratore abbia agito con coscienza per salvaguardarsi e non per futili ripicche, altrimenti rischierebbe anche il licenziamento immediato.

Il principio cardine è dunque la proporzionalità: la registrazione può essere ammessa in tribunale solo se è strettamente necessaria, mentre se viene fatta in modo arbitrario costituisce un abuso. Il dipendente non deve creare un clima di sospetto e sfiducia se non per difendere se stesso, altrimenti il giudice avrà tutto il diritto di promuovere il licenziamento della risorsa per aver causato danni morali e di produttività all’azienda. Attenzione, quindi, a come utilizzate le vostre armi di difesa.