Bei tempi la NASPI: la nuova normativa cambia tutte le regole | Non ti spetta più in questi casi

Novità proposte sulla NASpI (pexels) - www.circuitolavoro.it
Novità per la NASPI? Bolle in pentola una normativa che cambierebbe le sorti di tanti disoccupati, tutti i dettagli sulle riduzioni
In Italia la NASpI, o Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego, viene spesso definita gergalmente ‘la disoccupazione’, ovvero si rifà a quel contributo economico che spetta di diritto al lavoratore nel caso perdesse il lavoro contro la sua volontà, cioè nel caso in cui fosse l’azienda ad aver avanzato la decisione di licenziamento.
Si tratta di un’assicurazione nata proprio con l’obiettivo di sostenere i disoccupati durante la ricerca di una nuova occupazione, ma in un mercato caratterizzato da precarietà e contratti brevi, è diventata un paracadute spesso anche abusato di cui ne risentono le stesse aziende.
Purtroppo è un circolo vizioso dal quale il mondo del lavoro italiano fa fatica a uscire: le aziende sono molto tassate, e ciò non permette di aumentare gli stipendi, e generare troppi contratti indeterminati. Questo, nel tempo, ha portato precarietà e sfruttamento, che a sua volta genera di anno in anno sempre più richieste di NASpI, ad oggi veramente difficili da gestire.
È proprio su questo punto che negli ultimi mesi si è aperto un dibattito sulle richieste di un cambiamento radicale da parte di diverse aziende e cooperative italiane. Non si tratta quindi di una nuova normativa approvata, piuttosto della possibilità di una proposta che potrebbe essere valutata a breve per la Legge di bilancio 2026, ma di cui al momento non ha ancora parlato nessun politico.
NASpI dimezzata? La proposta delle aziende trevisane
La proposta arriva infatti da aziende di artigiani di Treviso, e non da parlamentari. La NASpI, secondo queste voci, starebbe contribuendo, come fece un tempo il Reddito di Cittadinanza, ad incentivare i tassi di disoccupazione. Attualmente, infatti, la disoccupazione può essere richiesta per un massimo di 2 anni: un periodo troppo lungo secondo le aziende di Treviso, che genera un fenomeno per il quale le persone tendono a preferire il contributo mensile da parte dello Stato, rispetto al lavoro di manodopera.
Si parte con un contributo economico del 75% della busta paga, e poi va via via a diminuire del 3%. La proposta di queste aziende è di portare il tempo massimo della NASpI a 12 mesi: un compromesso per cercare di aumentare l’offerta di manodopera.
12 mesi per trovare lavoro, proposta la nuova NASpI
D’altra parte c’è chi invece sostiene che nel mondo lavorativo di oggi, un anno potrebbe essere un tempo troppo limitato per trovare lavoro, e che in questo modo molte famiglie si ritroverebbero in serie difficoltà. In pratica, se da una parte la logica di stringere le maglie per evitare abusi e incentivare un ritorno più rapido al lavoro è giusta, dall’altra è anche abbastanza utopica nel contesto contemporaneo.
Oggi per qualsiasi lavoro viene richiesta molta esperienza, c’è una competizione alta in tutti i campi, e per chi non può permettersi corsi di aggiornamento trovare lavoro potrebbe essere un’operazione che richiede molto più tempo rispetto ai 12 mesi proposti. Il dibattito è ancora acceso, e come ha riportato il Corriere della Sera, il pericolo è che i ‘furbetti’ sfruttino la disoccupazione per evitare di trovare lavoro nell’immediato, ma la politica al momento è rimasta fuori dal tavolo di discussione.