Bonus mamme al via | 40€ al mese alle lavoratrici con almeno due figli: te lo aggiungono direttamente in busta paga, come richiederlo

Mamma e figli

Bonus Mamme (Pexels) - Circuitolavoro

Dal 2025 parte il nuovo Bonus mamme: un contributo mensile da 40 euro destinato alle lavoratrici con almeno due figli, gestito dall’INPS e accreditato direttamente in busta paga.

Il provvedimento, pensato per sostenere la genitorialità e l’occupazione femminile, entra ufficialmente in vigore con le istruzioni pubblicate dall’INPS. Il contributo si rivolge alle lavoratrici dipendenti del settore pubblico e privato con contratto a tempo determinato o indeterminato e con almeno due figli fiscalmente a carico. L’obiettivo è alleggerire il peso delle spese familiari e incentivare la permanenza delle madri nel mercato del lavoro, con un aiuto semplice, automatico e continuativo.

L’INPS chiarisce che il Bonus mamme 2025 non richiede domanda: è il datore di lavoro a riconoscere la somma in busta paga, recuperandola poi tramite conguaglio contributivo. Il meccanismo è simile a quello di altri incentivi fiscali e punta a garantire un’erogazione rapida e senza burocrazia. Le lavoratrici vedranno la voce comparire direttamente nella sezione degli assegni e dei benefici familiari.

Chi ne ha diritto e come funziona l’erogazione

Il bonus spetta alle lavoratrici con almeno due figli, di cui uno minorenne, e viene riconosciuto in misura fissa di 40 euro al mese per ciascun periodo retributivo. Il contributo è cumulabile con altri strumenti di sostegno alla famiglia, come l’Assegno Unico Universale, e non concorre alla formazione del reddito imponibile. Ciò significa che la somma viene erogata al netto, senza incidere sulle imposte o sui limiti di accesso ad altre agevolazioni.

La durata del beneficio è legata alla presenza dei requisiti familiari: resta attivo finché il nucleo conta almeno due figli a carico. Le aziende, tramite i flussi UniEmens, comunicano all’INPS i dati relativi ai lavoratori beneficiari e ottengono il rimborso del contributo anticipato. Per le lavoratrici del settore pubblico, la gestione segue canali interni all’amministrazione, con accredito diretto sullo stipendio. È previsto un controllo incrociato con le banche dati fiscali e anagrafiche per evitare duplicazioni o errori di attribuzione.

Figli
Figli (Pexels) – circuitolavoro

Le tempistiche e il “dettaglio” che fa la differenza

Secondo le istruzioni operative INPS, il bonus decorre dalle retribuzioni del 2025 e il primo accredito effettivo in busta paga arriverà entro il primo trimestre dell’anno. La velocità del rimborso dipende dalla puntualità con cui i datori di lavoro trasmettono i dati e dal corretto inserimento dei codici contributivi dedicati. Per chi inizia a beneficiare dell’agevolazione in corso d’anno, l’importo sarà riproporzionato ai mesi effettivi di spettanza.

Il dettaglio che accelera il riconoscimento è la corretta segnalazione del numero dei figli a carico nel modello anagrafico aziendale e nella dichiarazione al datore di lavoro. Un’informazione aggiornata consente di attivare subito il beneficio e di evitare conguagli successivi. L’INPS ricorda che eventuali variazioni nel nucleo familiare (nascite, figli maggiorenni, modifiche di carico fiscale) devono essere comunicate tempestivamente per mantenere la regolarità del bonus.

Il nuovo contributo da 40 euro al mese non sostituisce altre misure, ma si aggiunge a un mosaico di interventi pensati per sostenere la maternità lavorativa. Un segnale concreto di attenzione alle famiglie e alla parità, che trasforma la busta paga in uno strumento di sostegno reale e immediato per le mamme che ogni giorno tengono in equilibrio lavoro e vita familiare.