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Come calcolare i contributi versati all’INPS

Una delle domande più frequenti per chi si avvicina all’età pensionistica o per chi semplicemente vuole tenere sotto controllo la propria situazione previdenziale è: come faccio a sapere quanto ho versato di contributi all’INPS? In questo articolo, esploreremo tutte le opzioni disponibili per tenere traccia dei vostri contributi previdenziali e fare proiezioni accurate per il futuro.

Perché è importante monitorare i contributi previdenziali?

Avere una visione chiara dell’ammontare dei contributi versati all’INPS è fondamentale per diverse ragioni. Primo, permette di avere un’idea precisa del beneficio pensionistico a cui si potrebbe avere diritto in futuro. Inoltre, assicura che tutti i contributi effettivamente versati siano stati correttamente registrati, evitando spiacevoli sorprese all’atto della richiesta di pensione.

Quali sono le principali modalità per verificare i contributi?

Principalmente, ci sono due modi per tenere sotto controllo l’ammontare dei contributi versati alla previdenza sociale:

  1. Richiesta dell’estratto conto contributivo presso l’INPS.
  2. Utilizzo del servizio online “La mia pensione futura” messo a disposizione dall’INPS.

Entrambi i servizi sono accessibili attraverso l’area personale INPS, previa autenticazione con SPID, CIE o CNS. Forniscono non solo dettagli sui contributi versati ma anche la possibilità di ricevere una stima dell’importo della pensione futura basata sui dati attualmente disponibili.

Aliquote contributive e impatto sul calcolo della pensione

Il metodo di calcolo dei contributi dipende dal tipo di occupazione. Per i lavoratori dipendenti, ad esempio, il calcolo si basa sul reddito imponibile previdenziale, con un’aliquota contributiva che, dal 2018, è fissata al 33% per i dipendenti privati. Questo significa che, per un reddito annuo di 20.000 euro, i contributi annui ammontano a 6.600 euro.

È importante notare che il sistema di calcolo della pensione è cambiato per i periodi di lavoro successivi al 1 gennaio 1996, adottando il metodo contributivo. In questo regime, l’importo della pensione futuro è strettamente correlato all’ammontare dei contributi versati e alla loro rivalutazione nel tempo.

Metodo retributivo vs contributivo: cosa cambia?

Per i periodi di lavoro antecedenti al 1 gennaio 1996, si applica invece il metodo retributivo, che calcola la pensione sulla base della media dei salari percepiti, considerando un 2% della retribuzione media annuale per ogni anno di contributo versato.

Conclusione

Controllare regolarmente l’ammontare dei contributi versati all’INPS e avere una stima della propria pensione futura è un’abitudine importante per pianificare al meglio il proprio percorso previdenziale. L’INPS offre strumenti utili e accessibili per ottenere tutte le informazioni necessarie, assicurandosi che ogni lavoratore possa fare affidamento su dati precisi e aggiornati.

Per ulteriori informazioni e per rimanere aggiornati sulle ultime novità, visita la sezione dedicata alle news sul nostro sito.

Fonti e Riferimenti

INPS – Sito ufficiale dell’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale.

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