Tra gli interventi che possono migliorare l’importo e l’accesso alla futura pensione, i lavoratori possono considerare il riscatto dei contributi dei periodi di aspettativa. Questi periodi, concessi per gravi motivi di famiglia e non retribuiti, non prevedono il versamento dei contributi previdenziali da parte del datore di lavoro. Tuttavia, l’ordinamento previdenziale consente il recupero di questi contributi attraverso una specifica procedura.
Il riscatto dei periodi di aspettativa è regolato dalla legge numero 53 del 2000. Questa normativa permette ai lavoratori di presentare domanda all’INPS per il riscatto di periodi di congedo fino a un massimo di due anni. L’operazione è a pagamento e richiede la compilazione del modello AP35, disponibile sul portale dell’INPS.
Per riscattare i contributi dei periodi di aspettativa per gravi motivi di famiglia, i lavoratori possono presentare domanda all’INPS seguendo le modalità previste. È possibile riscattare fino a un massimo di due anni di mancata contribuzione, migliorando così il futuro trattamento pensionistico. La richiesta va effettuata utilizzando il modello AP35, reperibile sul sito dell’INPS.
L’aspettativa per motivi familiari può essere richiesta per gravi motivi che coinvolgano familiari fino al secondo grado o parenti e affini fino al terzo grado con disabilità. Durante l’assenza, il lavoratore non riceve retribuzione né contributi previdenziali. Tuttavia, è possibile sanare la mancata contribuzione richiedendo all’INPS la valorizzazione del periodo di assenza, previo pagamento del costo, che può essere ridotto grazie alla deducibilità fiscale dell’Irpef.
Per presentare domanda di riscatto all’INPS, è necessario compilare e inviare il modello AP35, disponibile sul portale dell’Istituto. Il modello può essere scaricato senza autenticazione, mentre la trasmissione richiede l’uso delle credenziali digitali Spid. Il modulo richiede informazioni anagrafiche, dettagli sui periodi di aspettativa e autodichiarazioni.
La domanda di riscatto deve essere accompagnata da documentazione che certifichi i motivi dell’aspettativa e l’accettazione da parte del datore di lavoro. È possibile riscattare fino a tre periodi distinti, purché cumulativamente non superino i due anni. Il modulo richiede anche dichiarazioni sulla posizione contributiva, inclusi eventuali periodi di servizio militare o altre pratiche di regolarizzazione contributiva.
Il costo del riscatto dei periodi di aspettativa è calcolato applicando la percentuale contributiva IVS (33% per lavoratori dipendenti, 24% per lavoratori autonomi, 25,72% per iscritti alla Gestione Separata INPS) alla retribuzione dei 12 mesi precedenti la domanda. Il risultato determina il costo per un anno, da moltiplicare per il numero di anni da riscattare, fino a un massimo di due.
Riscattare i contributi dei periodi di aspettativa per gravi motivi di famiglia può migliorare significativamente la futura pensione. Sebbene l’operazione comporti dei costi, la possibilità di dedurre fiscalmente l’importo rende questa opzione vantaggiosa per molti lavoratori. La procedura, sebbene burocratica, è chiaramente delineata dall’INPS e accessibile attraverso il modello AP35. Si consiglia di rimanere aggiornati attraverso la nostra sezione dedicata alle news.
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