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Contratto misto per forfettari: novità e implicazioni fiscali

Il recente emendamento approvato al Ddl Lavoro rappresenta una svolta significativa per i professionisti e i lavoratori autonomi in regime forfettario. Con la modifica della legge n. 190/2014, viene finalmente eliminato il divieto di applicare questo regime a coloro che hanno o hanno avuto un rapporto di lavoro dipendente con il proprio principale committente negli ultimi due anni. Questa novità introduce la figura del contratto misto, concepito per adattarsi alle esigenze di un mercato del lavoro in continua evoluzione.

Le nuove regole del contratto misto

Il contratto misto si caratterizza per la combinazione di un rapporto di lavoro dipendente part-time e un contratto di lavoro autonomo o professionale. Nello specifico, il lavoratore dovrà stipulare contestualmente un contratto a tempo indeterminato con un orario compreso tra il 40% e il 50% e un contratto di lavoro autonomo. È fondamentale che non ci siano sovrapposizioni nelle mansioni tra i due contratti, garantendo così una chiara separazione tra le prestazioni di lavoro subordinato e quelle autonome.

Requisiti per professionisti e autonomi

Per poter usufruire di questo nuovo regime, ci sono requisiti specifici. Nel caso di professionisti iscritti a un albo, il contratto misto è applicabile solo nelle aziende con almeno 250 dipendenti. La verifica del numero di dipendenti deve avvenire al primo gennaio dell’anno in cui vengono firmati i contratti. Per i lavoratori autonomi non iscritti ad albi, invece, sarà necessario stabilire delle regole attraverso contratti di prossimità. Inoltre, i lavoratori dovranno avere un domicilio professionale distinto da quello del datore di lavoro.

Cosa cambia per i forfettari

Fino ad oggi, diverse categorie di contribuenti erano escluse dal regime forfettario, in particolare coloro che esercitavano attività prevalentemente nei confronti di datori di lavoro con cui avevano rapporti di lavoro. Con la nuova norma, questa restrizione è abolita, consentendo anche ai professionisti e agli autonomi di accedere a questo regime fiscale, a patto di rispettare i requisiti stabiliti. Tuttavia, rimane l’incompatibilità per i professionisti che lavorano con aziende con meno di 250 dipendenti, a meno che non siano previsti specifici accordi di prossimità.

Altre novità del Ddl Lavoro

Il Ddl Lavoro, in discussione alla Camera dal 23 settembre, ha portato con sé altre importanti novità. Tra queste, spicca la nuova regola sulle dimissioni di fatto: un’assenza ingiustificata prolungata oltre 15 giorni verrà considerata come dimissione da parte del lavoratore. Questa modifica avrà implicazioni significative per il calcolo della NASpI, il sussidio di disoccupazione, che spetta solo in caso di perdita del lavoro involontaria.

L’introduzione del contratto misto per i forfettari segna un passo avanti nel tentativo di rendere il mercato del lavoro più flessibile e inclusivo. Le nuove regole offrono opportunità per molti lavoratori autonomi e professionisti, ma è essenziale prestare attenzione ai requisiti e alle condizioni stabilite. Solo il tempo dirà se queste modifiche porteranno ai risultati sperati in termini di crescita e sostenibilità per i professionisti italiani. Per saperne di più, visita la nostra sezione dedicata alle news.

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