Crollata l’azienda n.1 in Italia: 150 dipendenti rimasti senza soldi | Tutti disperati

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Chiusura nota azienda - Fonte Pexels - Circuitolavoro.it

Chiusura di una delle aziende leader nel mercato italiano, nessuno poteva immaginarlo. 

Negli ultimi anni in Italia si stanno registrando sempre più casi di chiusure aziendali che stanno mettendo a dura prova la vita di tantissimi lavoratori.

Questo fenomeno, purtroppo in aumento, colpisce sia piccole che medie imprese e anche grandi realtà che si sono trovate a fare i conti con crisi finanziarie.

La conseguenza più grave in molti casi è la chiusura totale delle proprie attività, che ha un impatto devastante sulle famiglie italiane.

Non solo gli imprenditori, ma anche i dipendenti, spesso legati da anni di contratto, si ritrovano improvvisamente senza reddito così come è successo di recente ad una nota azienda italiana.

La chiusura inaspettata della nota azienda italiana

Proprio in questi giorni, una notizia ha scosso il mondo del lavoro in Italia: la chiusura dell’azienda BMB, una delle realtà industriali più importanti della città di Firenze, con oltre 150 dipendenti che si sono trovati improvvisamente senza stipendio. BMB, storicamente nota come leader nel suo settore,  si è trovata ad affrontare una serie di problematiche economiche e gestionali che l’hanno portata a dichiarare fallimento, lasciando i suoi lavoratori in una situazione disperata.

A questo si aggiunge la brusca modalità con cui è avvenuto il crollo che ha destato sgomento. I dipendenti hanno appreso della chiusura in maniera brusca e inaspettata, senza essere adeguatamente informati o supportati in alcun modo. Oltre alla perdita del posto di lavoro, molti di loro si sono trovati senza i giusti compensi e con stipendi arretrati che non sono stati più erogati.

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Chiusura nota azienda – Fonte Pexels – Circuitolavoro.it

La disperazione dei lavoratori

Qualche giorno fa i lavoratori della Bmb si sono ritrovati davanti ai cancelli della ditta, che si trova in via di Porto, per protestare contro l’assurda situazione nella quale si trovano. L’azienda,adesso è in mano al curatore fallimentare. “Adesso i dipendenti rimasti sono una sessantina. Di questi una parte sono ancora al lavoro per completare gli ordini arrivati prima della decisione di portare i libri in tribunale. Un’altra parte ha ritrovato una occupazione, poi ci siamo noi, fuori da marzo. Le difficoltà c’erano già da tempo, tanto che a tutti noi era stato applicato il contratto di solidarietà. Ma con il fallimento, l’azienda non aveva più la liquidità per anticipare questi fondi. E siamo rimasti tagliati fuori“, raccontano i lavoratori.

Una situazione drammatica, il mutuo da pagare, le famiglie da mantenere, le difficoltà legate a delle procedure che, dopo tanti mesi senza reddito sembrano sempre più incomprensibili. Ora, i lavoratori vogliono vederci chiaro, soprattutto sperare di poter contare sugli ammortizzatori sociali e avere quello che gli spetta, in attesa di trovare una nuova occupazione. Non sarà facile vista la crisi che sta prendendo di mira il settore della pelletteria.