Dichiarazione dei redditi, fai inserire sempre il codice E15: da oggi recuperi 2100€ ogni anno | Te li ridanno immediatamente

Quadro E dichiarazione dei redditi

Dichiarazione dei redditi - circuitolavoro.it

Un semplice codice può farci ottenere un rimborso sostanzioso in fase di dichiarazione dei redditi, ma in molti non lo sanno.

Al via la stagione contributiva, quella che non rende ricco nessuno, ma che almeno consente di ottenere uno sconto sull’Irpef per le spese – o per le tasse sul lavoro – sostenute durante l’anno. Può sembrare una formalità per molti, ma basta una sola voce inserita correttamente per trasformare un obbligo in un vantaggio. Anche quando siamo noi a dover dare soldi allo Stato.

Per questo conviene conoscere l’argomento, anche senza addentrarsi troppo nei tecnicismi. Perché se l’italiano medio si lamenta – giustamente – delle tasse troppo alte, allora è altrettanto giusto che conosca ogni mezzo per recuperare ciò che ha perso, o almeno quei supplementi che ha dovuto affrontare e che, per legge, potrebbe detrarre.

Ecco allora una spesa concreta, spesso ingente, che tanti sostengono ma pochi inseriscono nel 730. Il motivo? Spiegandola in modo riduttivo: ci si dimentica un codice.

L’importanza del codice E15 nel 730

Stiamo parlando di una voce che, inserita correttamente nella dichiarazione, può generare un beneficio economico concreto. Non un incentivo occasionale, non un premio una tantum, ma un rimborso legato a qualcosa che molti già pagano – e senza neanche saperlo, ci rimettono due volte: una perché spendono, l’altra perché non detratto.

È una voce semplice, chiara, presente nel Modello 730 da anni. Eppure passa inosservata. E ora veniamo al punto.

Lente d'ingrandimento su modello 730
Cos’è il codice E15 nella dichiarazione dei redditi – circuitolavoro.it

A cosa si riferisce il codice E15 nel 730

Sia se si compila il 730 in autonomia, che mediante Caf, il codice da non dimenticare è E15, e riguarda le spese per l’assistenza personale a persone non autosufficienti. Parliamo di badanti, assistenti domiciliari, supporti professionali per chi – a causa di problemi di salute o età avanzata – ha bisogno di aiuto concreto nella vita quotidiana. È una voce di spesa che pesa, spesso supera i 1.000€ in pochi mesi, e che molte famiglie affrontano in silenzio.

Eppure, lo Stato riconosce questa spesa come detraibile. Con un limite preciso, certo, ma più alto di quanto si pensi: fino a 2.100€ all’anno di spesa riconosciuta, se le condizioni sono rispettate. Su questa cifra si applica una detrazione del 19%, il che significa che si può ottenere un rimborso fino a 399€ netti direttamente sull’Irpef. Una cifra concreta, che può fare la differenza in un periodo in cui ogni euro conta. E che resta lì, a disposizione, se nessuno la reclama.

La cosa ancora più interessante è che la detrazione non è riservata solo al diretto interessato. Può beneficiarne anche un familiare che ha sostenuto la spesa – anche se la persona assistita non è fiscalmente a carico. E se i costi sono stati divisi tra più persone, anche la detrazione si divide, in proporzione.

C’è solo una condizione: il reddito complessivo non deve superare i 40.000€ annui. E ovviamente serve traccia dei pagamenti (niente contanti, quindi). Per il resto, la cosa importante rimane una: la conoscenza di questo diritto.