Ferie non godute, da stanotte è ufficiale: te le devono pagare obbligatoriamente | Non serve nemmeno l’indeterminato

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Non importa se si abbia l’indeterminato o meno: ora le ferie non godute andranno pagate anche a contratti determinati.
Quando si parla di ferie non godute, la regola è sempre sembrata chiara: vanno fatte, non si pagano (almeno per quelle settimane obbligatorie). In molti casi è davvero così. Ma ora qualcosa cambia – non per tutti, ma per alcuni lavoratori sì. E a stabilirlo è stata la Cassazione, riaprendo un tema spesso dato per scontato.
Una recente ordinanza ha fatto chiarezza su una situazione che riguarda migliaia di lavoratori: se il contratto è a termine e non consente di usare le ferie prima della scadenza, quei giorni devono essere pagati. Non è più una gentile concessione, ma un diritto.
Le ferie vanno fruite, e solo in casi eccezionali – come la cessazione del rapporto o l’impossibilità oggettiva – si possono monetizzare. Ma per alcuni contratti brevi, ora è ufficiale: se le ferie maturate non sono state godute per cause indipendenti dal lavoratore, vanno monetizzate. E nessun dirigente potrà più considerarle automatiche o scontate.
Come ha sempre funzionato per i contratti a termine
Per chi ha un contratto a tempo determinato, la regola è stata penalizzante: le ferie andavano fatte durante il contratto, altrimenti niente pagamento. Nessuna indennità, nessun rimborso. E per i dirigenti che le pagavano lo stesso, scattava − oltretutto – la sanzione.
Una parziale eccezione valeva solo per i supplenti brevi, ma restava spesso lettera morta: bastava una pausa scolastica e le ferie venivano considerate sfruttate, anche senza richiesta. Risultato? Nessun euro in più. Ora però, qualcosa si è mosso. Almeno per alcune categorie di lavoratori.
Cosa ha detto la Cassazione: la svolta per i contratti brevi
La svolta arriva con l’ordinanza n. 16715 della Corte di Cassazione. I giudici hanno stabilito che i docenti con contratto a tempo determinato non possono essere considerati automaticamente in ferie durante i giorni di sospensione delle lezioni, se non c’è una richiesta esplicita o un ordine scritto del dirigente scolastico.
Questa decisione nasce da un principio fondamentale: il diritto alle ferie retribuite è irrinunciabile e non può essere aggirato con automatismi o scorciatoie burocratiche.
Un chiarimento, questo, decisamente necessario, visto che ogni anno migliaia di insegnanti lavorano senza contratto a tempo indeterminato, passando da un incarico all’altro. Per loro le ferie spesso restano solo sulla carta, insieme alla speranza di ottenere una stabilità lavorativa. Non è chiaro quando la precarietà si ridurrà in tutto il Paese, ma una cosa è certa: da oggi, invece, se non sono state godute per motivi indipendenti dal lavoratore, devono essere pagate. Finalmente nero su bianco. Speriamo accada presto anche per altri settori.