INTELLIGENZA UMANA: se fai queste 5 cose non hai bisogno dell’AI | Sei una mente superiore a tutti

Implementare l'intelligenza umana (pexels) - www.circuitolavoro.it
Cosa fare per implementare le proprie capacità e nutrire la propria intelligenza umana, per non aver paura dell’AI
Siamo ufficialmente entrati nell’epoca dell’intelligenza artificiale generativa, dei chatbot come ChatGPT, per intenderci. Ormai l’AI è entrata in tutti contesti di vita quotidiana e lavoro, facendo crescere il timore che la mente umana perda valore in un contesto in cui tutti riescono a fare tutto grazie all’aiuto della tecnologia. La verità condivisa dalla maggior parte di informatici, sociologi e neuroscienziati è che che alcune abilità restano insostituibili, perché appartengono alla nostra natura biologica, culturale e sociale, e che al momento non sono sostituibili dalle macchine.
Se da un lato l’AI eccelle nell’elaborare dati e ottimizzare processi, dall’altro non può replicare la creatività, la profondità emotiva e la capacità di immaginare scenari complessi. Tutto questo fa parte dell’immaginario umano, dalla sua esperienza di vita, finita, che ha una scadenza, fino a tutto ciò che concerne il dolore delle perdite e quanto queste emozioni costruiscano il nostro “Io nel mondo”, nel tempo.
L’arte, in fondo, nasce da tutto ciò e non da una replica rielaborazione di dati archiviati nel tempo, vive di esperienze singolari. Per questo motivo non dovremmo aver paura dell’AI, piuttosto siamo nell’epoca giusta per pensare a come progredire in quanto umani ed evitare lo svilimento totale di ciò che ci distingue, e del nostro modo di pensare e intendere l’intelligenza, che non è solo una questione matematica di calcolo e di analisi, ma un concetto molto più complesso che prende in considerazione un’infinità di variabili (umane, appunto).
Citiamo quindi una ricerca pubblicata sul Journal of Personalità and Social Psychology su alcune abitudini che vengono condivise dalle persone che sviluppano la capacità di lavorare su se stesse e sullo sviluppo della propria intelligenza.
Coltivare le giuste abitudini per progredire nella vita
Coltivare certe abitudini diventa un vantaggio competitivo non solo nella sfera personale, ma soprattutto in quella professionale ed economica: chi sviluppa queste competenze possiede un capitale intangibile che nessun algoritmo può sostituire.
Punto primo: avere una curiosità costante, una sete di conoscenza, che prescinde il lavoro e che piuttosto si applica a tutti i contesti, dal viaggiare, al voler scoprire nuovi hobby, leggere e via discorrendo, non rimanere mai fermi al proprio status quo facendosi calpestare dalla vita monotona del quotidiano.
Non serve l’AI per sviluppare l’intelligenza umana
Secondo punto: l’ascolto attivo. Non leggere con superficialità le notizie, non ascoltare con superficialità le persone, piuttosto cercare di capire. L’ascolto permette di comprendere meglio i contesti e assorbire contenuti. Terzo punto: amore per la solitudine, non come isolamento ma evitare le foglie e ritagliarsi tempo per sé sono sono comportamenti che preservano energia mentale e permettono di implementare le capacità di fare focus e ragionare sulle cose.
Quarto punto: nella maggior parte dei casi il ragionamento non va a braccetto con l’ordine. Non si tratta di persone infallibili, sempre inquadrate e organizzate. Le evidenze dimostrano una costante di disordine, intesa come libertà di esplorazione, proprio per creare nuove idee e collegamenti. Insomma, non soffermarsi troppo sulla forma e puntare sui contenuti perché l’ambiente caotico è il più fertile.