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Stipendio lavori stagionali estivi, come influiscono vitto e alloggio

Prima dell’inizio della stagione estiva, si scatena la corsa alla ricerca dei cosiddetti lavoratori stagionali, ovvero dipendenti che lavorano solo per un periodo specifico dell’anno e non hanno un impiego continuativo. Il lavoro stagionale, per sua natura, non può essere svolto durante tutto l’anno solare.

Se vogliamo essere più precisi, questo tipo di lavoro rientra nella categoria del lavoro a termine, anche se si differenzia in molti aspetti. Ad esempio, a differenza del lavoro a termine, non sono previste estensioni o rinnovi del contratto.

Ovviamente, anche il lavoro stagionale deve rispettare regole ben precise stabilite dal contratto di lavoro e dalla negoziazione collettiva. Di quali regole si tratta? Come funzionano il vitto e l’alloggio? Hanno un impatto sullo stipendio?

Scopri come vitto e alloggio possono abbassare lo stipendio del lavoratore stagionale

Può l’offerta di vitto e alloggio influire sullo stipendio delle attività di lavoro stagionale? Prima di rispondere a questa domanda, è importante chiarire cosa si intende con i termini “vitto” e “alloggio”.

Per quanto riguarda il vitto, si tratta della fornitura di pasti o del supporto per le spese alimentari. Ad esempio, potrebbe essere offerto l’accesso a una mensa interna dell’azienda o l’utilizzo di buoni pasto durante il periodo di lavoro stagionale. A titolo di esempio, un lavoratore stagionale impiegato come cameriere potrebbe usufruire del vitto all’interno del ristorante in cui presta servizio. Naturalmente, le modalità e gli orari sono stabiliti nel contratto di lavoro.

Per quanto riguarda l’alloggio, si tratta della sistemazione durante il periodo lavorativo. Nella maggior parte dei casi, il lavoratore alloggia in una stanza all’interno dei locali aziendali, in un appartamento concesso dall’azienda o in specifici residence. Come per il vitto, le modalità e tutto ciò che riguarda l’alloggio sono definiti nel contratto di lavoro.

Ora che abbiamo spiegato come funzionano il vitto e l’alloggio per i lavoratori stagionali, possiamo rispondere alla domanda. Se questi benefici sono previsti nel contratto di lavoro, influiscono in qualche modo sullo stipendio? La migliore soluzione per saperlo è leggere attentamente il contratto stesso. Se il contratto specifica che “vitto e alloggio sono inclusi“, allora è chiaro che il lavoratore stagionale può beneficiarne senza che ciò incida sullo stipendio. Naturalmente, come già detto, le regole e le modalità possono variare non solo in base al contratto di lavoro, ma anche al tipo di impiego.

Se vitto e alloggio sono inclusi tra i benefici e le condizioni di lavoro, i dipendenti non subiranno alcuna riduzione dello stipendio o compensazione per le prestazioni lavorative svolte. Vitto e alloggio rappresentano un beneficio appositamente offerto dai datori di lavoro per agevolare i lavoratori, evitando loro di dover provvedere a tali spese personalmente.

Tuttavia, è sempre consigliabile leggere attentamente il contratto di lavoro o richiedere l’assistenza di un professionista per comprenderne appieno le disposizioni prima di prendere decisioni.

Fattori da considerare nel calcolo della retribuzione del lavoratore stagionale

Il trattamento dei lavoratori stagionali viene equiparato a quello dei lavoratori con contratto stabile, pur riconoscendo la possibilità di definire specifiche regolamentazioni a livello territoriale, concordate attraverso contratti integrativi che tengano conto delle peculiarità e delle esigenze delle singole aziende.

Pur mantenendo i valori di base a livello nazionale, i contratti integrativi territoriali determinano gli incrementi salariali per i lavori stagionali, tenendo conto della durata della stagione e delle implicazioni che questa ha sui lavoratori stessi. Ad esempio, si pensi al personale assunto in periodi stagionali da aziende che operano tutto l’anno in località climatiche o balneari specifiche.

È importante notare che nel campo economico le attività e le tendenze occupazionali sono in costante evoluzione, così come la presenza di settori emergenti. Attualmente, le attività stagionali sono regolate dal D.P.R. 1525/1963 e dalla Legge 247/2007 (noto come Protocollo di Welfare). Inoltre, è fondamentale che il lavoro stagionale sia regolamentato da un contratto di lavoro, concordato dalle parti coinvolte.

Con la Legge di Stabilità 2016, nell’articolo 73, è stata introdotta l’estensione della deduzione dell’IRAP (Imposta Regionale sulle Attività Produttive) per il lavoro stagionale. Gli sgravi fiscali nel lavoro stagionale consentono di dedurre, ai fini dell’IRAP, fino al 70% della differenza tra il costo totale sostenuto per ciascun lavoratore stagionale e le eventuali deduzioni previste.

La deduzione del 70% viene calcolata per ogni lavoratore stagionale impiegato per almeno 120 giorni per due periodi fiscali consecutivi, a partire dal secondo contratto stipulato con lo stesso datore di lavoro nell’arco di due anni dalla data di cessazione del contratto precedente.

Per quanto riguarda, invece, il calcolo degli stipendi netti e lordi dei lavoratori con contratto di lavoro stagionale, la definizione dell’importo segue le stesse regole applicate a tutti gli altri lavoratori, includendo il calcolo delle imposte, delle trattenute, dei contributi previdenziali e assistenziali da applicare all’importo lordo percepito ogni mese.

Tuttavia, è innegabile che il lavoro stagionale non offra lo stesso livello di stabilità di un lavoro a tempo determinato o, ancora di più, a tempo indeterminato. Questo si riflette, per esempio, anche sul versante previdenziale: un lavoratore stagionale, che tipicamente lavora solo per una frazione dei 12 mesi (ad esempio da aprile a ottobre o solo durante i mesi invernali ed estivi), non può beneficiare di contributi previdenziali continui come un dipendente che lavora per l’intero anno.

In conclusione, nonostante il ricorso a regolamentazioni specifiche e contratti integrativi, resta evidente che il lavoro stagionale presenta sfide e limitazioni. L’evoluzione delle normative e dei contratti, insieme alla consapevolezza dei diritti dei lavoratori, sono elementi fondamentali per garantire condizioni di lavoro eque e una protezione adeguata per i lavoratori stagionali.

Valerio Mainolfi

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