Lavoro dipendente, da oggi in questi giorni precisi puoi restare a casa: la legge è già stata approvata | Il capo non può obbligarti

Riposo nei giorni festivi- Foto di Kampus Production da Pexels-CircuitoLavoro.it
Il lavoro dipendente comporta diritti e doveri, ma ci sono casi in cui i primi prevalgono sui secondi: ecco quando ci si può rifiutare di lavorare e perché.
Tra la fine di aprile e l’inizio di maggio, per milioni di lavoratori italiani arriva un momento di sollievo, dato dalla vicinanza tra due festività importanti, quella del 25 aprile e quella del 1 maggio.
Le regole sul lavoro durante le festività civili sono stabilite da norme precise, tra cui la Legge n. 260/1949 e il Decreto Legislativo n. 66/2003.
Non si tratta, però, di un diritto al riposo assoluto: la possibilità di essere convocati dipende sia dagli accordi contrattuali sia dalle esigenze aziendali documentate.
In assenza di obblighi specifici nel contratto individuale o nel CCNL applicato, il lavoratore può legittimamente rifiutarsi di lavorare nei giorni festivi senza subire sanzioni disciplinari.
Lavorare durante le festività: cosa dice la legge riguardo agli obblighi dei dipendenti
Il lavoro nei giorni di festa, come nel caso di 25 aprile e 1° maggio, è disciplinato da una combinazione di norme legislative e contrattuali. In linea generale, la legge riconosce ai dipendenti il diritto al riposo durante le festività, salvo diversa previsione nei contratti collettivi o individuali. Ci si può rifiutare, quindi, di lavorare nel caso in cui il lavoratore non abbia sottoscritto obblighi specifici che prevedano il lavoro durante i festivi, e se l’azienda non può dimostrare esigenze organizzative imprescindibili.
Non sono previste sanzioni disciplinari, a meno che non ci si trovi in presenza di obblighi contrattuali chiari o necessità aziendali documentate. Il principio fondamentale applicato è quello della tutela del diritto al riposo.
Lavoro di domenica e durante i giorni festivi: come viene calcolato il compenso
Quando il lavoro festivo è previsto dal contratto o richiesto per motivi organizzativi irrinunciabili, il dipendente ha, però, diritto a specifiche tutele economiche. I Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro, come quello del Commercio, stabiliscono una maggiorazione retributiva per il lavoro festivo che può arrivare fino al 30-40% della paga ordinaria. In alternativa, è possibile usufruire di un giorno di riposo compensativo, da concordare con l’azienda.
Regole simili si applicano per il lavoro domenicale. La domenica è un giorno destinato solitamente al riposo settimanale, ma in alcune circostanze è possibile prevedere turni lavorativi, purché si garantiscano almeno 24 ore consecutive di riposo nell’arco della settimana. Chi lavora durante i ponti festivi, quindi, può ricevere compensi maggiorati, ma può anche accordarsi per recuperare il giorno di riposo al quale ha rinunciato decidendo volontariamente di prestare servizio.