Lavoro dipendente, da oggi questa pratica diventa illegale | Scatta il licenziamento immediato

Dipendente in ufficio che viene licenziato dal datore di lavoro

L'abitudine che nel 2025 porta al licenziamento - circuitolavoro.it (1)

Una pratica comune per molti lavoratori, oggi può diventare illegale: si rischia il licenziamento immediato, fino al risarcimento danni.

Lavorare come con o per qualcuno, si sa, può garantire tutele e diritti, ma ciò non toglie che il lavoratore abbia dei doveri e dei limiti che non deve oltrepassare. Basti pensare al recente caso dei medici in camice al bar, che ha creato scalpore: girare in camice per le strade della città non solo è poco decoroso per la figura che si ricopre, ma anche poco igienico.

Senza parlare di chi usufruisce delle pause indebitamente, senza timbrare il cartellino (in caso di occupazioni pubbliche): troppe pause possono compromettere la produttività dell’azienda. Insomma, ci sono molti limiti, a volte sottovalutati, che potrebbero far scattare il licenziamento. E tra questi ce n’è uno che può sembrare altrettanto innocuo, ma che nasconde insidie tutt’altro che banali.

Attenzione a questa abitudine: ora rischi il licenziamento per legge

L’azienda storica che dice “abbiamo sempre fatto così” è ormai superata, perché sono le idee a generare le opportunità. Ed è per questo che il mondo del lavoro, per stare al passo con i tempi, sta abbracciando la tecnologia. La stessa che, però, può diventare un’arma a doppio taglio.

E qui entra in gioco l’Intelligenza Artificiale, quella che – dicono – ci sta rubando il lavoro. Ecco, non sempre questa affermazione è vera: forse la dice chi ha paura di essere allegramente sostituito da una macchina. Tuttavia, una cosa è certa: a causa di come la si utilizza, si può davvero essere licenziati, per legge.

Qui si apre un terreno vasto. Si pensa subito ai lavori d’ufficio, ma non dobbiamo escludere rappresentanti e affini.

Dipendente che utilizza l'intelligenza artificiale
Intelligenza Artificiale, quando si rischia il licenziamento – circuitolavoro.it

Perché l’intelligenza artificiale può farci licenziare

Usare l’intelligenza artificiale sul lavoro può portare al licenziamento per legge. E in certi casi, non finisce lì: il dipendente può anche essere chiamato a risarcire l’azienda per eventuali danni subiti.

Se il lavoratore usa un chatbot per rispondere ai clienti, per scrivere un documento da firmare o per aggirare le proprie mansioni fingendo che il lavoro sia stato svolto da lui, si viola il patto fiduciario con il datore di lavoro. In sostanza, si tradisce la fiducia. E questo, anche in assenza di un regolamento aziendale preciso, può bastare per un licenziamento legittimo.

Il concetto di base è sempre lo stesso: l’intelligenza artificiale è uno strumento, non un sostituto. Può aiutare a organizzare, a semplificare, persino a migliorare alcune mansioni, ma non può diventare il lavoratore al posto nostro. Se un dipendente utilizza l’IA per produrre contenuti spacciandoli per propri, o per farsi sostituire nelle comunicazioni professionali, viene meno il vincolo fiduciario con l’azienda. E qui il confine è stato superato. Non è più collaborazione, è vera e propria sostituzione.

Secondo quanto previsto anche dall’Ai Act europeo (in vigore da febbraio 2025), l’uso dell’IA sul posto di lavoro deve essere tracciabile, trasparente e proporzionato. Non è lecito affidare all’IA l’intero svolgimento delle proprie mansioni senza autorizzazione o controllo. Chi lo fa rischia non solo il licenziamento, ma anche una richiesta di risarcimento danni se il comportamento ha creato disservizi o danni reputazionali all’azienda.