Il lavoro nero o sommerso è tutto quel lavoro irregolare dove non c’è un contratto e il datore di lavoro non comunica alle autorità competenti l’assunzione del lavoratore. Secondo la legge, infatti, entro le precedenti 24 ore al momento in cui il lavoratore deve iniziare le sue mansioni, il datore di lavoro è tenuto a comunicare telematicamente il regolare inserimento del dipendente, attraverso il modello UNILAV e informare l’Inps e l’Inail. Ecco allora tutto quello che c’è da sapere sul lavoro nero e le sanzioni previste nel 2023.
Indice dei contenuti
Le sanzioni previste per il lavoro nero nel 2023
Il testo INL aggiornato al 22 aprile 2022 disciplina le sanzioni previste in caso di lavoro illecito:
- mancanza della preventiva comunicazione di assunzione: deve essere effettuata, infatti, entro le 24 ore precedenti di assunzione;
- subordinazione: il rapporto di lavoro instaurato deve presentare le caratteristiche della subordinazione. In tal senso sono escluse le prestazioni nell’ambito di un rapporto societario o familiare, mancando tale requisito.
La maxi sanzione per contrastare il lavoro illecito
La sanzione prevista per il lavoro nero può raggiungere cifre considerevoli, dal momento che viene calcolata su ogni lavoratore coinvolto e graduata per fasce in base alla durata del comportamento:
- da 1800 a 10.800 euro: in caso di impiego del lavoratore sino a 30 giorni di lavoro effettivo;
- da 3600 a 21600 euro: in caso di impiego del lavoratore dal trentunesimo sino al sessanta giorni di lavoro effettivo;
- da 7200 a 43200 in caso di lavoratore impiegato oltre sessanta giorni di lavoro;
Vi sono casi, inoltre, in cui le sanzioni sono aumentate del 20%, come per esempio:
- lavoratori stranieri;
- minori in età non lavorativa;
- percettori del Reddito di cittadinanza.