“Non sto bene, facciamo la prossima volta”: Ecco come aggirare il posto di blocco | Se dici questo devono lasciarti andare

Posto di blocco - circuitolavoro.it
Ci sono situazioni in cui, per legge, le Forze dell’Ordine non possono trattenerti al posto di blocco: in questi casi decade il loro diritto.
Potrebbe sembrare una scusa da manuale: “Mi sento male, possiamo rimandare?”. Ma se ci si trova davvero in una condizione fisica precaria, al punto da non riuscire a sostenere l’alcol test, allora la legge è dalla parte del conducente. E sì, anche se siete fermi al posto di blocco, con la paletta davanti agli occhi e gli agenti che chiedono di soffiare nell’etilometro.
Non è un escamotage da furbetti. È una tutela, poco conosciuta, che nasce da un principio fondamentale: nessuno può essere obbligato a sottoporsi a un accertamento sanitario se questo può arrecargli un danno o peggiorare il suo stato di salute. Ecco perché, in casi precisi, anche un semplice “sto male” può bastare a rinviare il test senza finire automaticamente nel girone dei multati.
Il Codice della Strada parla chiaro (anche se in pochi lo sanno)
La legge non è cieca. Sa che esistono circostanze particolari – come un malore improvviso – in cui non si è in grado di eseguire il test alcolimetrico. Ed è proprio in questi casi che entra in gioco l’articolo 186 del Codice della Strada, che regola i controlli per guida in stato di ebbrezza.
L’articolo prevede, infatti, che se una persona non può sottoporsi al test per motivi giustificati, non scatta automaticamente la sanzione prevista per il rifiuto. C’è quindi una distinzione fondamentale tra chi rifiuta l’alcol test per sottrarsi al controllo e chi, invece, lo sospende per motivi di salute. Attenzione però: non basta dirlo.
“Sto male”, e le forze dell’ordine lo lasciano andare: il caso che ha fatto scuola
È successo davvero. Un 40enne di Viterbo, mentre era alla guida, ha accusato un malore intestinale così forte da dover accostare urgentemente. In quel momento – sfortuna vuole – è arrivata una pattuglia. Gli agenti, notando il comportamento anomalo, gli hanno chiesto di effettuare l’alcol test. Ma lui, visibilmente provato, ha spiegato di non essere in condizione di eseguire la prova.
Risultato? Multa, ritiro della patente e sanzione per essersi rifiutato di sottoporsi al test. Ma non è finita lì. Il suo avvocato ha presentato ricorso, ricostruendo quanto accaduto e allegando referti medici che certificavano il reale stato di malessere. Il giudice di pace ha accolto la tesi della difesa: non si trattava di un rifiuto, ma di un’impossibilità momentanea. La multa è stata annullata e la patente restituita.
Occhio però: la legge non è un lasciapassare per evitare i controlli a prescindere. Se si accusa un malore, è fondamentale farsi refertare il prima possibile – anche in pronto soccorso – per documentare l’accaduto. E se gli agenti insistono, è bene dichiarare subito di voler rinviare il test per motivi di salute, specificando la propria condizione in modo chiaro.
Perché sì, la legge protegge, ma solo quando ci sono prove. Altrimenti, il rischio è di finire dritti nella casella del rifiuto ingiustificato, con sanzioni pesantissime: da 500€ a 2.000€ di multa, sospensione della patente e persino arresto nei casi più gravi.