“Questo formaggio provoca insufficienza renale”: scattato l’allarme del Ministero della Salute | non dovete mangiarlo più

Nuovo richiamo alimentare - Fonte Pexels - Circuitolavoro.it
Casi in aumento di richiami alimentari anche da parte di marchi noti: attenzione a questo formaggio, i rischi sono altisismi.
Negli ultimi anni, l’Italia ha visto un aumento considerevole di richiami alimentari, con segnalazioni che riguardano non solo piccole realtà locali, ma anche grandi marchi.
Dal primo gennaio 2025 a oggi, secondo i dati de Il Fatto Alimentare, sono stati segnalati 65 richiami per un totale di 408 prodotti ritirati dal mercato.
Numeri che invitano a riflettere sull’importanza di tenere sotto controllo costantemente le allerte del Ministero della Salute e di consultare fonti ufficiali per tutelare la propria salute e quella dei propri familiari.
Nel frattempo, l’ultimo allarme arriva proprio in queste ore e riguarda un formaggio tradizionale molto apprezzato soprattutto nel nord Italia.
Il richiamo del formaggio Casolet: i dettagli
Il Ministero della Salute ha pubblicato un avviso ufficiale di richiamo precauzionale per un lotto di formaggio Casolet prodotto dall’Azienda Agricola Il Sogno. Il motivo del richiamo è molto preciso: esito sfavorevole delle analisi per la ricerca di STEC, ovvero la presenza diEscherichia coli produttore di Shiga-tossine, un batterio pericoloso che può provocare gravi complicanze, tra cui insufficienza renale acuta.
Il prodotto interessato è venduto in porzioni di peso variabile, identificato con il numero di lotto 11. La data di scadenza non è indicata nell’avviso, né sono presenti immagini del formaggio, ma è certo che il formaggio richiamato è stato distribuito direttamente ai consumatori presso il punto vendita della Malga Preghena, situata nel Comune di Bresimo, in provincia di Trento.
Un rischio da non sottovalutare
Il ceppo di Escherichia coli STEC è noto per la sua capacità di produrre tossine altamente dannose per l’organismo umano, con sintomi che vanno da forti crampi addominali e diarrea (anche emorragica) fino a gravi complicanze renali. I soggetti più vulnerabili sono bambini piccoli, donne in gravidanza e persone immunodepresse, per i quali l’infezione può rivelarsi potenzialmente letale. Per questo motivo, il Ministero raccomanda di non consumare assolutamente il prodotto e, se già acquistato, di restituirlo al punto vendita anche in assenza dello scontrino.
Si tratta di un richiamo precauzionale, ma serio, che rientra nelle misure di tutela della salute pubblica. Purtroppo, anche un prodotto artigianale e locale, spesso considerato più sicuro o genuino, può risultare contaminato per motivi legati a errori igienico-sanitari, processi produttivi inadeguati o semplicemente sfortuna nella filiera di produzione. In un contesto dove la sicurezza alimentare rappresenta una sfida quotidiana, la corretta informazione è uno dei primi strumenti di difesa. Tenersi aggiornati e prestare attenzione a ciò che mangiamo è oggi più che mai un gesto di responsabilità verso noi stessi e chi ci sta accanto.