Scadenze senza panico | Il trucco che salva cibo e portafoglio: cosa cambia tra “consumarsi entro” e “preferibilmente entro”

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Alimenti ritirati ufficialmente dai supermercati perché contaminati: controlla l'etichetta - circuitolavoro.it (freepik)

Capire la differenza tra “da consumarsi entro” e “da consumarsi preferibilmente entro” è il modo più semplice per evitare sprechi e mangiare in sicurezza, come ricordano le indicazioni dell’EFSA.

In etichetta, due formule quasi uguali raccontano storie diverse. La prima, “da consumarsi entro”, indica la data oltre la quale un alimento può diventare rischioso: è un limite di sicurezza microbiologica. La seconda, “da consumarsi preferibilmente entro”, parla invece di qualità: aroma, consistenza e colore possono perdere freschezza dopo la data, ma il prodotto, se correttamente conservato e integro, può essere ancora idoneo al consumo. Distinguere le due espressioni elimina dubbi al supermercato e in dispensa.

Secondo l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA), i consumatori hanno un ruolo centrale nel mantenere le proprietà del cibo fino alla data indicata: temperatura corretta del frigorifero, attenzione alla catena del freddo e confezione richiusa bene fanno la differenza. Leggere con cura le istruzioni di conservazione e rispettare i tempi dopo l’apertura sono passi concreti per preservare sicurezza e qualità, evitando allo stesso tempo l’abitudine di gettare alimenti ancora buoni.

Quando la data è un limite e quando è un promemoria

La dicitura “da consumarsi entro” riguarda alimenti deperibili come carne fresca, pesce, latte pastorizzato e piatti pronti refrigerati. Qui il calendario non è negoziabile: superata la data, la probabilità di crescita di microrganismi può aumentare e il prodotto non va consumato. La stessa regola vale dopo l’apertura, quando i tempi si accorciano: l’aria e la manipolazione cambiano il profilo di rischio, perciò è fondamentale attenersi a quanto riportato in etichetta su giorni e modalità di conservazione.

La formula “da consumarsi preferibilmente entro”, invece, segnala un orizzonte di qualità. Pasta secca, biscotti, conserve non deperibili e molte bevande possono mantenere le loro caratteristiche oltre la data, se confezione e odore sono normali e la conservazione è stata adeguata. In questi casi è possibile fare affidamento sul proprio controllo visivo e olfattivo, pur senza confonderlo con una garanzia assoluta. L’indicazione resta un promemoria di performance organolettica, non un allarme sanitario.

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Etichetta yogurt: leggere la lista degli ingredienti per evitare di acquistare prodotti nocivi – circuitolavoro.it (freepik)

Il metodo anti-spreco che rispetta salute e portafoglio

La regola pratica è semplice: con “entro” si mette al primo posto la sicurezza, con “preferibilmente” si gestisce la qualità. Questo permette di organizzare la spesa in modo intelligente. Nei frigoriferi di casa, gli alimenti con data di scadenza vanno consumati per primi, mentre quelli con termine minimo di conservazione possono attendere, sempre se la confezione è integra e le condizioni domestiche sono corrette. Un controllo periodico della dispensa, abbinato alla pianificazione dei pasti, aiuta a prevenire il cestino pieno e il frigo vuoto.

L’EFSA ricorda che etichetta e conservazione sono alleati preziosi del consumatore. Tenere il frigorifero a temperatura adeguata, riporre subito i surgelati, rispettare i tempi indicati dopo l’apertura e leggere eventuali istruzioni di riscaldamento riduce gli sprechi e migliora l’esperienza a tavola. In pratica, imparare a interpretare le due diciture consente di salvare euro e qualità: si evita di buttare ciò che è ancora buono e, allo stesso tempo, si riduce il rischio legato agli alimenti davvero scaduti. La differenza tra quelle due parole minuscole vale più di quanto sembri: è un piccolo gesto quotidiano che rende la cucina di casa più consapevole, più sicura e più sostenibile.