“Stipendio dimezzato e non puoi dire nulla”: la legge da quest’anno lo prevede | Trattati come dei ragazzini alle prime armi

Forbici che tagliano le banconote euro: stipendio dimezzato

Stipendio dimezzato nel 2025 - circuitolavoro.it

Il datore di lavoro può ridurre la retribuzione del dipendente: nel 2025 moltissimi lavoratori rischiano salari al limite.

Per legge, lo stipendio di un dipendente non può essere ridotto a piacimento. La retribuzione è un diritto fondamentale tutelato dalla Costituzione, che dice chiaramente: deve essere proporzionata al lavoro svolto e sufficiente per una vita dignitosa. Eppure, la realtà è molto più sfumata. E da quelle sfumature, nel 2025, potrebbero arrivare moltissime riduzioni.

Perché proprio quest’anno? Per diverse ragioni. Le stime sull’inflazione parlano di un possibile aumento. Beni e servizi, nel frattempo, stanno salendo di prezzo. In questo scenario, a cercare risparmio non è solo chi fatica ad arrivare a fine mese, ma anche le grandi, piccole e medie aziende.

Ed è qui che quelle sfumature appena citate diventano un lasciapassare per ridurre i salari, in un periodo in cui gli aumenti non sono in programma, ma i rincari sì. In alcuni casi, infatti, un datore di lavoro può ridurre la paga mensile del dipendente, indipendentemente dalla sua anzianità.

Quando un datore di lavoro non può abbassare lo stipendio al dipendente

Per capire bene la legge, è bene partire dalle basi. In linea di massima, un datore di lavoro non ha alcun diritto di abbassare uno stipendio già concordato (che dev’essere comunque non più basso di quanto previsto dal contratto collettivo nazionale di riferimento), tanto meno se il dipendente è cresciuto professionalmente. Non a caso, esistono i livelli, cioè l’inquadramento del dipendente in base alle mansioni svolte: più va avanti, più si presuppone che abbia acquisito nuove competenze e, quindi, più responsabilità.

Tralasciando il fatto che questo livello – che prevede tra l’altro un aumento salariale – non sempre viene aggiornato in busta paga, se il dipendente continua a svolgere tutte le mansioni e a coprire le ore da contratto, la modifica del salario non sempre è illecita. Ed è qui che nascono le insidie.

Illustrazione di un datore di lavoro che da una paga bassa al dipendente
Stipendio più basso – circuitolavoro.it

Quando un datore di lavoro può dimezzare lo stipendio

Come spiegato, in linea generale, lo stipendio non si può toccare. Ma ci sono situazioni specifiche in cui il datore può ridurre alcune voci della retribuzione senza violare la legge. Ad esempio, se il dipendente cambia mansione e perde alcune responsabilità o condizioni particolari, si possono eliminare le indennità legate a quei compiti: turni notturni, reperibilità, cassa, maneggio denaro, trasferta. Non è una riduzione del salario base, ma il venir meno di compensi legati a come si lavorava prima.

Diverso è se il datore vuole ridurre direttamente la retribuzione base. In quel caso, serve un accordo scritto con il dipendente, e deve essere fatto in sede protetta: significa davanti all’Ispettorato del lavoro, a una commissione sindacale o di certificazione. Non basta un semplice foglio firmato in ufficio. Questo serve per tutelare il lavoratore, verificare che sia davvero d’accordo e prevenire contenziosi.

Quindi sì: l’accordo in sede protetta è obbligatorio solo quando si vuole modificare la retribuzione in modo volontario ma sostanziale. In tutti gli altri casi, ogni taglio deciso dal datore in autonomia è illegittimo.