Terremoto INPS, addio pensioni: italiani, dovete farne a meno | Se non avete soldi da parte è finita

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Inps - Fonte Ansa - Circuitolavoro.it

Pensioni in Italia, il governo ha deciso. Ecco quale sarà il futuro per i pensionati italiani

Non è la prima volta che assistiamo alle modifiche da parte del Governo sul tema pensioni. In questi anni infatti, si sono susseguite una serie di revisioni che hanno apportato dei cambiamenti significativi.

Il nostro sistema pensionistico tuttavia, continua ad affrontare sfide significative e molteplici criticità legate a diversi fattori.

Uno dei problemi principali problemi è quello degli importi che, nonostante i piccoli aumenti applicati, risultano essere troppo bassi alla luce dell’attuale costo della vita.

Molti dei pensionati continuano ad avere difficoltà ad arrivare a fine mese. Come se non bastasse, l’ultima notizia ha reso il quadro ancora più difficile.

Brutte notizie per i pensionati italiani

In Italia, secondo i dati emersi di recente, circa il 70 % dei pensionati riceve meno di 1000 euro al mese. Un dato alquanto preoccupante se si pensa alle diverse spese quotidiane e i notevoli rincari. A questo si aggiungono le carriere lavorative caratterizzate sempre più contratti precari e stipendi bassi, che penalizzano il calcolo finale della pensione. Ciò vuol dire che le nuove generazioni avranno sempre più difficoltà ad accedere alla pensione.

Tuttavia, a favore dei lavoratori era stata introdotta una misura per agevolare proprio l’accesso alla pensione: la quota 103. Si tratta appunto di una misura prevista nella legge di bilancio 2023 che introduceva una nuova forma di pensione “anticipata flessibile”, ed è stata introdotta in via sperimentale per il 2023, e successivamente prorogata per il 2024 e 2025.

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Addio pensioni, ecco cosa è stato stabilito

A quanto pare la notizia è ufficiale e riguarda la riforma pensioni a partire dal 2026. Nello specifico, non ci sarà il rinnovo di Quota 103, la misura che per il terzo anno consente a coloro che hanno raggiunto i 62 anni di età, oltre a 41 anni di contribuzione, di anticipare l’accesso alla pensione. A confermare questo è stato il sottosegretario al Lavoro, Claudio Durigon, il quale ritiene che sia scaduto il tempo di affidarsi al meccanismo delle quote per passare a una riforma che preveda regole più strutturali ma senza trascurare un aspetto fondamentale, quello della sostenibilità.

Quindi, venendo meno la 103 non si potrà più andare in pensione a 62 anni, se non con le altre poche opzioni che lo consentono. E’ anche vero però, che in questi anni, specialmente negli ultimi due, le persone che vi hanno fatto ricorso per un collocamento in quiescenza anticipato sono state sempre meno. Complice una novità introdotta con la legge di Bilancio 2024, poi confermata da quella per il 2025, che ha previsto un ricalcolo interamente contributivo dell’assegno per coloro che vanno in pensione con Quota 103. Una vera e propria penalizzazione in uscita che ha portato molti lavoratori a rinunciare a una tale possibilità.