Tragedia Poste Italiane | Da domani lo sportello sarà chiuso : cosa sta accadendo in tutta Italia
Poste italiane - Circuitolavoro
Da nord a sud, molti uffici postali chiudono o riducono gli orari: una riorganizzazione che sta creando proteste e disagi tra cittadini e lavoratori.
Negli ultimi mesi, Poste Italiane ha avviato un piano di ristrutturazione che tocca decine di sedi locali. In tanti piccoli centri, gli sportelli vengono accorpati o restano aperti solo pochi giorni a settimana. La decisione ha scatenato la rabbia dei cittadini, soprattutto anziani e residenti nelle zone montane, dove l’ufficio postale è spesso l’unico punto di riferimento per servizi essenziali come pensioni e pagamenti.
La riduzione del personale e la digitalizzazione dei servizi sono tra le motivazioni ufficiali della riorganizzazione. Ma i sindacati parlano di un colpo pesante ai territori. In molte province, la chiusura temporanea degli sportelli ha portato file interminabili e attese di ore per operazioni semplici. La protesta è ormai diffusa in tutta Italia, con manifestazioni davanti alle sedi principali e raccolte firme per chiedere il blocco del piano.
Lo sciopero nazionale e le richieste dei sindacati
Le organizzazioni sindacali, in particolare CGIL e UIL, hanno proclamato uno sciopero nazionale per contestare le nuove misure di Poste Italiane. Secondo i sindacati, la riorganizzazione riduce il servizio pubblico e mette in difficoltà migliaia di dipendenti. Le segreterie chiedono un confronto urgente per salvaguardare i livelli occupazionali e garantire la presenza capillare sul territorio. “Non si può digitalizzare tutto – spiegano – quando una parte della popolazione non ha accesso facile alla rete.”
L’agitazione coinvolgerà sportelli, centri di smistamento e portalettere. Il rischio è che da domani molti uffici restino chiusi o lavorino a personale ridotto, con inevitabili ritardi nelle consegne e nei pagamenti. In diversi comuni, i sindaci hanno espresso preoccupazione per le conseguenze sociali: gli uffici postali non sono solo luoghi di servizio, ma anche spazi di comunità. Il timore è che questa scelta finisca per isolare ancora di più le aree interne, già penalizzate da altri tagli ai servizi pubblici.

Cosa può cambiare nei prossimi giorni e perché è importante seguire gli aggiornamenti
Poste Italiane, dal canto suo, ha confermato la necessità di rendere la rete più efficiente, puntando sulla tecnologia e sull’integrazione con i servizi digitali. L’azienda sostiene che il piano non prevede licenziamenti, ma solo una diversa organizzazione degli orari e delle sedi. Tuttavia, molti operatori denunciano carichi di lavoro crescenti e turni più lunghi, mentre nei piccoli centri i cittadini restano spesso senza alternative immediate.
Nei prossimi giorni si capirà se la mobilitazione riuscirà a fermare o modificare il piano. I sindacati hanno già annunciato nuove iniziative se non arriveranno risposte concrete. Intanto, chi ha bisogno di ritirare pensioni o pagare bollette è invitato a controllare gli avvisi locali per sapere se il proprio ufficio sarà aperto. La situazione è in continua evoluzione e, come avvertono CGIL e UIL, questa riorganizzazione rischia di cambiare per sempre il volto del servizio postale italiano.