Ufficiale, “Chi è in questa lista può richiedere un aumento subito”: controllate, se ci siete avete fatto Bingo

Aumento stipendio (pexels.com) - circuitolavoro.it

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Aumento stipendio (pexels.com) – circuitolavoro.it

Aumento di stipendio? Devi ringraziare la Corte di Cassazione: dopo la sentenza se non ti danno questi soldi sono guai.

Quando ci ritroviamo ad avere più soldi in busta paga di certo non ci viene in mente di lamentarci.

Invece, in certi casi, dovremmo! Infatti è sempre bene controllare qual è la voce corrispondente a un eventuale aumento.

Infatti, alcune aziende mettono ancora in atto una pratica fuorilegge che non giova al lavoratore.

Mascherata da aumento, questa pratica è stata nuovamente dichiarata illegale dalla Corte di Cassazione.

Aumento di stipendio o pratica illegale? Controlla subito la busta paga

Negli ultimi anni le aziende hanno tentato di erogare il tfr (o liquidazione) in un modo che è stato decretato illegale dalla Corte. Nello specifico, molte aziende hanno cominciato ad inserire l’importo del tfr mensilmente corrispondendolo in questo modo al dipendente. Il tfr, infatti, è un importo costituito da somme di denaro che il datore di lavoro deve accantonare nel corso del periodo di lavoro del dipendente per poi restituirlo, appunto, al termine del rapporto lavorativo.

Ricevere il tfr mensilmente è problematico per il lavoratore perché questo, quando è presente in busta paga, viene tassato come fosse parte della normale retribuzione. Se la tua azienda ha commesso questo errore è bene che tu te ne renda conto, infatti per risarcirti delle spese in più che dovrai sostenere dovrebbero aumentarti ancor di più lo stipendio. Per risolvere tutto è intervenuta la Corte di Cassazione con una sentenza emanata nel 2025: ecco cosa dice.

La sentenza (pexels.com) - circuitolavoro.it
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Per avere un aumento c’è voluta la Corte di Cassazione: la sentenza è storica

La sentenza in merito stabilisce che l’erogazione mensile del tfr è illegale in quanto in questo modo viene meno il senso del tfr stesso. Infatti, il senso di ottenere la liquidazione al momento della cessazione del rapporto di lavoro risiede nel dare un sostegno economico al lavoratore che chiude, appunto, un rapporto di lavoro.

Con l’ultima sentenza, la Corte di Cassazione ha precisato che non sono valide nemmeno regole che vengono stabilite dalle parti (lavoratore e azienda) né se previste dal Ccnl. Esiste, comunque, la possibilità di ricevere un anticipo del tfr, ma la legge regola questo anticipo in modo molto rigido. Questo avviene per tutelare il lavoratore stesso e per evitare che, al momento del fine rapporto, questi si ritrovi senza alcun tipo di sostegno. Nel caso in cui la legge che disciplina il tfr non venga seguita, allora l’azienda è tenuta versare il tfr accantonato nel corso dei mesi in cui è stato versato al dipendente.