Ultim’ora, approvato il primissimo Malus della storia: “Fa troppo caldo, riduciamo lo stipendio a tutti” | Lavoratori preparatevi alla miseria

Normative lavoro ad alte temperature (pexels) www.circuitolavoro.it
Estate rovente e tutele per i lavoratori: se le temperature di alzano, lo stipendio si abbassa, come capire se si riceverà di meno a fine mese
Il caldo di questi giorni ha spaventato tutti, cittadini e aziende. Chi può permettersi di lavorare in ufficio con aria condizionata è fortunato: tanti lavoratori sono costretti a temperature altissime, pericolose per la salute stessa. Considerando l’interesse del dibattito pubblico degli ultimi mesi in merito alla sicurezza sul lavoro, non sarebbe stato possibile fare finta di non vedere, e poi ritrovarsi migliaia di italiani morti sul lavoro per condizioni estreme.
Il caldo eccessivo non permette al corpo di funzionare come dovrebbe, se a ciò si aggiunge lo sforzo fisico lavorativo, la situazione può portare a complicanze senza più ritorno.
Una sorta di “malus caldo” farà storcere il naso a tanti operai, perché si potrebbero trovare con ore in meno di lavoro e di conseguenza anche uno stipendio meno cospicuo, ma tutto ciò è necessario per salvaguardare ciò che conta davvero: la salute. Lo Stato ha così scelto di istituire per la prima volta la riduzione dello stipendio per chi è costretto a fermarsi quando le temperature superano i 35° gradi. Ma in che senso?
Dai 35° gradi in su non sarà possibile continuare attività lavorative, qualsiasi esso sia il luogo di lavoro: se non è refrigerato per portare le temperature a un livello sopportabile, il team di lavoro sarà costretto a smettere di lavorare. Come verrà pagato in questo caso?
Stop al lavoro dopo i 35°
Soprattutto chi lavora all’aperto o in ambienti caldi potrebbe vedere il proprio stipendio contrarsi nei mesi più torridi, grazie a un meccanismo di tutela che si chiama integrazione salariale per caldo eccessivo, ma nella pratica somiglia tanto a una riduzione delle entrate mensili, perché prevede la cassa integrazione.
In sostanza vai in ferie, non lavori, ma ti viene retribuita solo la cassa, che non equivale allo stipendio netto. Le aziende possono chiedere all’INPS la Cassa Integrazione Guadagni Ordinaria (CIGO) con la causale “evento meteo” o “ordinanza pubblica”, e lo Stato coprirà una parte dei costi.
I lavoratori non sono realmente tutelati
Se da una parte si parla di tutela per i lavoratori in caso si sospensione o riduzione dell’attività, dall’altra bisogna pensare anche al lavoratore che non potrà portare a casa lo stipendio pattuito da contratto.
Questa situazione estiva potrebbe prolungarsi e portare non pochi disagi alle famiglie, che si ritroveranno denaro in meno da gestire.