Ultim’ora, “Festa della Repubblica abolita”: vi vogliamo tutti dietro le scrivanie a faticare | Fine della pacchia

Festa della Repubblica, chi lavorerà -(pixabay) - www.circuitolavoro.it
Bisogna lavorare il 2 giugno? Ecco chi è costretto a rinunciare al giorno di festa nonostante sia rosso sul calendario
La Festa della Repubblica Italiana si festeggia il 2 giugno perché ricorda un evento fondamentale della storia del Paese: il referendum istituzionale del 1946. Si tratta dell’anno in cui gli italiani furono chiamati a scegliere tra monarchia e repubblica come forma di governo dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale.
È per questo che la data di anno in anno è diventata un’importante festività nazionale, al pari del 25 aprile che è il giorno della Liberazione dall’invasione del nazifascismo, e del 1° maggio, la festa dei lavoratori. Ma perché si parla di festività? È ufficialmente riconosciuta dalla legge che disciplina le festività nazionali. Cosa significa tutto ciò?
Può sembrare scontato e superfluo raccontarlo, ma la verità è che una fetta di italiani magari non è informata sul perché della festività. In quel lontano 2 giugno, la maggioranza dei cittadini votò per la repubblica, segnando così una delle date più importanti della nostra storia: la nascita della Repubblica Italiana e la fine della monarchia.
Il 2 giugno è segnato rosso sul calendario: è una festività nazionale per la quale tutti gli uffici rimangono chiusi, così come le scuole. Durante la giornata si svolgono importanti cerimonie a Roma: è un giorno di festa per ricordare quanto sia importante la nostra Repubblica, e i cittadini approfittano per conquistare un giorno di gita fuori porta.
Chi è costretto a lavorare il giorno della Festa della Repubblica
Se scuole, uffici e molti negozi rimangono chiusi, non è così per tutti in assoluto. I lavoratori hanno il diritto di far festa ma bisogna considerare che ci sono alcune mansioni che costringono alcuni cittadini a rimanere in servizio anche durante festività così importanti.
Se si lavora durante la festività si può ottenere un trattamento economico aggiuntivo inserito per legge in tutti i contratti collettivi nazionali, come nel caso in cui si lavorasse di domenica. A partire da chi lavora nel turismo, nella ristorazione e nell’accoglienza, parlando quindi di strutture come alberghi, ma anche stabilimenti balneari, bar e ristoranti vari: per tutto l’indotto il 2 giugno non è possibile prendersi il giorno perché si tratta di giorni fruttuosi.
Le fasce di lavoratori che non possono prendere il giorno di festa
Le città d’arte si riempiono di turisti, e in generale la giornata viene sfruttata per passare del tempo in località di mare, o all’aperto: per chi lavora in questi contesti scendere la saracinesca significherebbe rinunciare a tanto denaro, e a loro volta anche i dipendenti vengono praticamente costretti a lavorare con l’incentivo di una retribuzione in più.
Ci sono poi gli operatori dei trasporti, chi lavora in strutture sanitarie pubbliche e private, compresi i pronto soccorsi, le forze dell’ordine, i giornalisti e gli addetti alla sicurezza: tutte fasce che non possono evitare di lavorare durante queste festività. Quindi no, la Festa della Repubblica non è stata abolita. È lì, come ogni anno. Solo che per una parte d’Italia è solo un altro giorno da mettere a reddito.