Ultim’ora INPS, “Vietato prendere ferie per malattia”: se state male dovete stare in ufficio 8 ore comunque

Malattia a lavoro? Il certificato medico non basta, senza il giusto documento, lavori anche se stai male - circuitolavoro.it (freepik)
Ora il certificato medico non basta più: questa nuova realtà è un vero e proprio incubo per i lavoratori dipendenti.
“Sei malato? Vieni comunque in ufficio: il paradosso che ha suscitato polemiche tra i lavoratori. Qual è la verità?
Dipendenti e sindacati in fermento negli ultimi giorni: nuove regole hanno letteralmente sconvolto il mondo dei lavoratori. Sembra proprio che, stare male, adesso sia diventato un vero e proprio lusso e, ciò non basta per poter richiedere le ferie per malattia.
Il certificato medico, inviato regolarmente all’INPS, potrebbe non essere più sufficiente per poter prendersi cura della propria salute in caso di malattia. Tale documento, pur attestando uno stato di salute che, al momento, impedisce lo svolgimento dell’attività lavorativa, non ha un valore assoluto.
Ciò significa che la sua validità può essere messa in discussione in qualsiasi momento e, per accertare l’autenticità della malattia, il datore di lavoro può anche chiedere ulteriori indagini private con il contributo di veri e propri investigatori.
Il certificato medico non basta più: cosa sta accadendo
Come affermato in precedenza, il certificato rilasciato dal medico curante, in caso di malattia, potrebbe non avere più validità in determinati casi. Secondo le nuove normative, nate nel campo lavorativo, il certificato può essere contestato in qualsiasi momento attraverso una visita fiscale o indagini private, nel caso in cui il datore di lavoro abbia dei sospetti in particolare.
Ad effettuare i controlli approfonditi è il medico fiscale dell’INPS il quale avrà il compito di verificare lo stato della malattia del lavoratore. Il medico fiscale ha la facoltà di confermare, ridurre o negare la prognosi del dipendente, indicata nel certificato del medico curante. Cosa accade se il medico dell’INPS non conferma la prognosi del dipendente? Gli scenari possibili sono, sostanzialmente, tre:
- interruzione dell’indennità di malattia;
- ritenere ingiustificata l’assenza dal lavoro;
- obbligo da parte del lavoratore di riprendere servizio, nella data indicata dal medico INPS.
Ricorso contro una prognosi errata: cosa prevede la legge
Per quanto la visita del medico dell’INPS possa avere grandi garanzie, anche in questo caso, è possibile contestare l’esito della visita. Rientra tra i diritti del dipendente il quale, in caso di prognosi errata, può contestare l’esito immediatamente, dichiarando la propria opposizione al medico. Le conseguenze potranno portare ad un ricorso amministrativo all’INPS e, solo nei casi più difficili, alla nomina di un Giudice del Lavoro.
I casi di conflitto tra le valutazioni delle diverse figure non sono rari, spetta proprio al Giudice del Lavoro, decidere le sorti del lavoratore. Ciò significa che, anche una semplice influenza, può trasformarsi in un vero e proprio caso legale, se il datore di lavoro nutre dei dubbi. Compito del Giudice del Lavoro è quello di convocare un Consulente Tecnico d’Ufficio, il quale accerterà lo stato di salute effettivo. In quest’ottica è possibile comprendere quanto la posizione del lavoratore dipendente sia estremamente delicata, trasformando la malattia, diritto dei lavoratori, in un vero e proprio incubo.