Ultim’ora Ministero dell’economia: “Addio definitivo alle ferie retribuite” | Se stai a casa non prendi un euro

Soldi che vanno in fiamme

Ferie non retribuite 2025 - circuitolavoro.it

Il Ministro dell’Economia non sempre è dalla parte dei lavoratori dipendenti: quello delle ferie pare un addio platonico, ma invece è realtà.

Pare una minaccia, eppure è tutto vero: chi si ferma, non prende un euro. Nessun giorno pagato, nessuna garanzia. E no, non si tratta di contratti a termine o di stage, ma di una realtà normalizzata, scritta nero su bianco. Ferie? Solo se concesse. Stipendio mentre si è in vacanza? Dimenticatelo.

Eppure non sarebbe da sorprendersi: il concetto stesso di ferie retribuite, da noi dato per scontato, altrove è sempre stato una rarità. In Italia, pur con tutti i limiti del caso, un lavoratore dipendente ha sempre potuto contare su almeno 20 giorni l’anno di ferie pagate. Un diritto minimo che accompagna quasi tutti i contratti standard, a cui si aggiungono festività nazionali e, in molti casi, permessi retribuiti. Eppure, per molti lavoratori, questa è – e rischia di diventare – fantascienza.

E non si parla di dover battagliare con il datore di lavoro: in certi casi, non c’è proprio via d’uscita.

Se non lavori, non guadagni

In Italia è un vero e proprio scandalo, ma da sempre esistono Paesi in cui le ferie sono una questione di fortuna. Dove il diritto al riposo non è garantito e diventa un lusso per pochi. In certi contesti, le ferie retribuite non esistono proprio, e il concetto stesso di tempo libero è subordinato al reddito: se ti fermi, smetti di guadagnare. Accettarlo qui, tuttavia, è inammissibile.

Il paradosso? Le tutele, sulla carta, esistono eccome. Maternità retribuita fino a 26 settimane, congedi di paternità, malattia pagata. Ma valgono solo per chi ha un contratto formale, cosa tutt’altro che scontata: il 75% dei lavoratori non è in regola, non ha un contratto scritto, né assicurazione sanitaria o previdenziale. Lavora spesso sei giorni su sette, nove ore al giorno, ed è pagato solo se presente.

Illustrazione datore di lavoro che taglia un foglio con scritto "retribuzione"
Ferie lavoro non retribuite – circuitolavoro.it

48 ore settimanali e ferie ridotte all’osso: l’approvazione del Ministero dell’Economia

In questi sistemi, l’orario di lavoro settimanale è fissato a 48 ore, con giornate da 9 ore. Gli straordinari sono legali, ma non sempre pagati come dovrebbero. Le ferie annuali si accumulano lentamente e solo per chi ha un contratto scritto. Gli altri – cioè la maggioranza – non ne vedono nemmeno l’ombra.

E no, non si parla di economie marginali. Questo accade in uno dei Paesi più grandi e in crescita del mondo, con un PIL che supera i 3.600 miliardi di $. Una realtà dove tutto è regolato, certo, ma dove il sistema lascia fuori milioni di persone. Nessuna crisi. Nessun errore. È la norma.

L’India, è la quinta economia mondiale, dove le ferie retribuite esistono ma solo per chi può permettersele. In Italia, per fortuna, la situazione è decisamente migliore – anche se le lacune, e non poche, esistono anche da noi.

Che dire, forse vale ancora la vecchia frase: “C’è sempre chi sta peggio”. Oppure dovremmo chiederci se, senza battaglie sindacali e scioperi fondati, tutti quei diritti che abbiamo in Italia sarebbero mai esistiti davvero.