ULTIM’ORA PENSIONI, se smetti di lavorare dopo 20 anni ti spetta questa cifra: lo stato ha deciso di farti morire di fame

Pensionata

Pensionata- Foto di SHVETS production da Pexels-CircuitoLavoro.it

Il problema delle pensioni è ancora al centro dei temi politici italiani: ecco cosa succede attualmente a chi va in pensione dopo 20 anni di contributi.

In Italia, il diritto alla pensione di vecchiaia può scattare con appena 20 anni di contributi, purché si raggiunga l’età anagrafica minima di 67 anni.

Si tratta di una delle formule indubbiamente più inclusive previste dal sistema previdenziale, ma è anche la meno generosa da un punto di vista economico.

Resta comunque un’ancora di salvezza per molti, mentre le pensioni anticipate hanno innalzato i requisiti contributivi minimi a 25 anni per i contributivi puri e a oltre 42 anni per l’opzione ordinaria.

L’assegno che ne deriva raramente garantisce una vita dignitosa, specialmente per chi ha lavorato con salari bassi o ha interrotto spesso i versamenti. Ci si ritrova a dover vivere con meno di 1.000 euro al mese.

Come si calcola la pensione per chi ha maturato 20 anni di contributi

Chi ha maturato i 20 anni di contributi prima del 1996, oppure entro il 2011, se aveva almeno 18 anni versati entro il 1995, rientra nel sistema retributivo. In questo caso, la pensione viene calcolata sulla media degli stipendi percepiti negli ultimi anni di lavoro. L’aliquota di rendimento standard è del 2% per ogni anno contributivo. Con 20 anni di lavoro alle spalle si ha quindi diritto al 40% della retribuzione pensionabile.

Considerando l’esempio di un pensionato che percepiva precedentemente uno stipendio medio di 30.000 euro, la pensione lorda annua sarà di circa 12.000 euro, ovvero 1.000 euro al mese. Ma se la retribuzione media scende a 20.000 euro, l’assegno mensile si riduce drasticamente a poco più di 660 euro.

Calcolo pensione in Italia
Calcolo pensione in Italia- Foto di cottonbro studio da Pexels-CircuitoLavoro.it

Contributi versati dopo il 1996: come funziona il sistema pensionistico italiano

Un discorso diverso va fatto, invece, per chi ha versato i contributi esclusivamente dopo il 1996. In questo caso si rientra nel sistema contributivo. Il calcolo di quanto spettante per la pensione si basa sul montante accumulato e sul coefficiente di trasformazione, che per il 2025 è del 5,608%. Un lavoratore che ha avuto una media di 40.000 euro lordi annui per 20 anni accumula un montante di 264.000 euro. Questa cifra si traduce in un equivalente pensionistico di 14.800 euro lordi l’anno, ovvero meno di 1.140 euro al mese.

Pensiamo, poi, a chi ha guadagnato 25.000 euro lordi annui. La pensione ricavata dopo 20 anni sarà di appena 710 euro al mese. Le cose peggiorano per chi ha una carriera divisa tra contributivo e retributivo: la somma delle due quote può aggirarsi attorno agli 860 euro lordi mensili. Decisamente troppo poco per chi fatica ad arrivare alla fine del mese con questo scarso potere d’acquisto in Italia.