Ultim’ora, “Vietato licenziare”: se vi fanno fuori vi devono reintegrare | La sentenza della Cassazione è chiarissima

Licenziamento ingiustificato e reinserimento in azienda (pexels) - www.circuitolavoro.it
La Cassazione firma per il reintegro in azienda: il caso della dipendente risarcita per essere stata licenziata per aver aiutato un cliente
Una nuova sentenza ha acceso i riflettori sui diritti dei lavoratori. In questi giorni si parla più che mai del diritto del lavoratore dipendente, in vista del referendum dell’8 e del 9 giugno.
Tra le varie schede, ci sarà la possibilità di votare per il reinserimento in azienda, anche nei casi di licenziamento per problemi gestionali del datore di lavoro.
Maggior tutela per i lavoratori dipendenti, soprattutto quando, di fronte alla legge, il licenziamento risulta illegittimo, anche ripristinando parte dello Statuto dei Lavoratori, che prevedeva la reintegrazione del lavoratore in azienda in caso di licenziamento ingiusto.
In merito alla tematica, ci soffermiamo sul caso di qualche anno fa che ha già segnato un primo passo verso questo tipo di tutela, sancendo anche un principio importante: nel caso in cui il licenziamento sia arbitrario e ingiustificato, il reinserimento è importante per tutelare l’impegno e la buona fede del lavoratore. Ma quindi cosa cambia rispetto a prima?
Licenziamento illecito: adesso devono reintegrarti in azienda
Una dipendente delle Poste Italiane è stata licenziata per aver aiutato un cliente in difficoltà “forzando” il sistema per consentire un bonifico di 27mila euro a un cliente, che era disperato e in cerca di aiuto per mandare denaro al fratello bloccato in Thailandia. Una storia dura, che per fortuna la Cassazione ha reso migliore con un gran finale.
La Corte d’Appello di Firenze, ribaltando la precedente sentenza del Tribunale di Lucca, ha scelto di reinterpretare le cause del licenziamento, ammettendo che la dipendente avesse agito in buona fede per aiutare il cliente.
Licenziata per aver aiutato un cliente: arriva la svolta
La lavoratrice, senza alcun tornaconto personale, aveva solo cercato di rispondere a un’urgenza reale, visto che la direttrice era in ferie. L’incubo si è concluso solo nei giorni scorsi, con la sentenza della Corte d’Appello di Firenze che ha disposto il reintegro immediato della dipendente e 12 mensilità di indennizzo.
Una vera e propria svolta giudiziaria, firmata dai giudici. In fondo, la dipendente aveva solo agito per buon senso nell’interesse del cliente stesso, non nel proprio, non ha violato la legge perché era denaro tracciato e non ha arrecato danno a nessuno, motivo per il quale il licenziamento era da considerare illecito e da correggere con rimborso e reintegro in azienda. Se anche voi pensate di essere stati licenziati ingiustamente, allora potrete farvi rispettare portando il caso in tribunale.