Busta paga 2025, cambia il cuneo | Arrivano più bonus e più detrazioni: oltre 1000 € in più per questi lavoratori
Busta paga - Circuitolavoro
La Legge di Bilancio 2025 ridisegna il cuneo fiscale e introduce nuove detrazioni: il MEF spiega chi beneficia dei maggiori importi in busta paga.
Con l’approvazione della nuova Legge di Bilancio 2025, il Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) ha reso note le principali misure che influenzeranno direttamente gli stipendi degli italiani. Tra le più rilevanti c’è la conferma e il potenziamento del taglio del cuneo fiscale per i lavoratori dipendenti, accompagnato da nuove detrazioni pensate per i redditi medio-bassi. L’obiettivo dichiarato è aumentare il potere d’acquisto e sostenere i consumi, mantenendo in equilibrio la tenuta dei conti pubblici.
Il taglio del cuneo, che rappresenta la differenza tra il costo del lavoro per l’impresa e il netto in busta paga per il dipendente, sarà prorogato per tutto il 2025, ma con un’impostazione più selettiva. Le misure, secondo il MEF, si concentrano sulle fasce di reddito fino a 35.000 euro annui, cioè la parte più numerosa e fragile del mercato del lavoro, dove l’impatto sui consumi è più immediato.
Come cambia il cuneo fiscale nel 2025
Il Ministero conferma che il taglio dei contributi a carico del lavoratore resta del 7% per i redditi fino a 25.000 euro e del 6% per quelli tra 25.000 e 35.000 euro, senza riduzione della copertura pensionistica. Si tratta di una misura temporanea, rinnovata di anno in anno, ma che nel 2025 viene stabilizzata per l’intero esercizio finanziario. Secondo le simulazioni del MEF, un lavoratore con reddito lordo di 28.000 euro riceverà circa 90 euro netti in più al mese rispetto al 2023.
Accanto al taglio del cuneo, la Legge di Bilancio introduce anche nuove detrazioni per lavoratori dipendenti e famiglie con figli, con l’obiettivo di semplificare le voci presenti in busta paga. Le detrazioni vengono rimodulate in modo da evitare sovrapposizioni con altri bonus e rafforzare il sostegno alle fasce più basse di reddito, in coordinamento con l’Assegno Unico e le misure per la genitorialità già in vigore.

Chi guadagna di più e quando arrivano gli aumenti
I benefici maggiori si concentrano nei redditi fino a 35.000 euro, ma gli effetti concreti variano in base all’inquadramento e alle ore lavorate. I lavoratori dipendenti a tempo pieno e indeterminato saranno i primi a vedere l’incremento netto a partire dalle buste paga di gennaio 2025. Per i part-time e i contratti stagionali, invece, il vantaggio sarà proporzionato al monte ore effettivo e al tipo di contributi versati.
Il MEF precisa che, in media, il beneficio annuo si tradurrà in un aumento tra 1.000 e 1.200 euro netti per i lavoratori a tempo pieno nel settore privato. La misura punta così a consolidare la riduzione del cuneo introdotta nel biennio precedente e a contrastare la perdita di potere d’acquisto legata all’inflazione. Il governo prevede inoltre che l’aumento del reddito disponibile si tradurrà in un impulso alla domanda interna, con effetti positivi sull’economia reale.
Nel complesso, il pacchetto 2025 porta avanti una linea di continuità con le misure precedenti, ma con maggiore attenzione alle classi medie e ai nuclei familiari. Più soldi in busta paga e meno tasse sul lavoro restano i due assi centrali della manovra, con l’obiettivo di rendere il sistema fiscale più equo e favorire la crescita dei redditi netti. Il primo effetto sarà visibile già a fine mese, quando le nuove regole inizieranno a incidere direttamente sui cedolini dei lavoratori dipendenti.