Premi di produttività 2024: detassazione e fringe benefit

La detassazione di tali premi, già in vigore nel 2023, sarà confermata anche per il prossimo anno, con un'aliquota del 5% anziché del 10%.

Nella Legge di Bilancio 2024, recentemente approvata da Camera e Senato, sono state confermate importanti novità per il prossimo anno, tra cui spicca la conferma della detassazione dei premi di produttività. Tale misura consente l’applicazione di un’aliquota ridotta del 5% sull’imposta sostitutiva dell’IRPEF e delle addizionali, anziché del consueto 10%. Il costo stimato di questa iniziativa, in termini di minor gettito, si attesta intorno a 229 milioni di euro.

Secondo i dati forniti dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, nel periodo gennaio-ottobre 2023, circa 1,7 milioni di dipendenti risultano potenziali beneficiari di questa forma di flat tax. La tassazione sui bonus, erogati nel rispetto di parametri e procedure specifiche, continua quindi a essere ridotta, alleviando il peso fiscale per i lavoratori. Scopri le ultime notizie e guide sul mondo del lavoro.

Crescita dei premi di produttività

La norma inserita nella recente versione della Legge di Bilancio, attualmente in attesa di approvazione parlamentare, conferma il meccanismo in vigore per l’anno in corso. La tassazione agevolata al 5% si applica su somme fino a 3.000 euro, destinandosi ai lavoratori con redditi fino a 80.000 euro. La proposta di innalzare il tetto a 6.000 euro sembra svanita, mantenendo la soglia precedentemente stabilita.

I primi effetti positivi di questa misura sono già visibili, come evidenziato dal Ministero del Lavoro, con un aumento del 35,6% dei contratti di produttività depositati nell’arco di un anno. Nel periodo compreso tra il 1° gennaio e il 25 settembre 2023, sono stati depositati 8.050 contratti, rispetto ai 5.935 dello stesso periodo dell’anno precedente. I contratti attivi coinvolgono 1.691.239 lavoratori, con un premio annuo medio di 1.595,25 euro per dipendente.

Detassazione dei premi di produttività: una misura potenziata

La detassazione dei premi di produttività, sebbene non universale, ha dimostrato la sua efficacia nel favorire la crescita dei depositi dei contratti e nell’incoraggiare l’adozione di tali misure a beneficio dei dipendenti. Il Governo ha confermato il proprio impegno verso questa direzione, proseguendo la strada tracciata dalla precedente Manovra.

LEGGI ANCHE  Nuovo codice degli incentivi per le imprese: 6 punti chiave su riforme, regole e opportunità

In conformità con la Legge di Stabilità 2016, l’applicazione dell’imposta sostitutiva richiede che i bonus siano erogati in esecuzione dei contratti aziendali o territoriali, secondo quanto stabilito dall’articolo 51 del decreto legislativo 15 giugno 2015, n. 81. Questi devono essere correlati a incrementi misurabili e verificabili di produttività, redditività, qualità, efficienza e innovazione, secondo criteri definiti dai contratti collettivi e basati su precisi indicatori.

La Ministra del Lavoro e delle Politiche Sociali ha sottolineato che i risultati positivi ottenuti confermano l’efficacia dell’investimento effettuato nella precedente legge di bilancio, sottolineando la necessità di dare continuità a questa misura per consentire una più ampia adozione nella contrattazione.

Requisiti per la detassazione dei premi di produttività

La riduzione dell’imposta sostitutiva IRPEF e delle addizionali comunali e regionali sulle somme erogate come premi di risultato al 5%, anziché al normale 10%, si applica sui premi di risultato, compresi quelli legati a incrementi di produttività, redditività, qualità, efficienza, innovazione, nonché sui premi erogati come partecipazione agli utili dell’impresa.

L’importo massimo delle somme soggette a tassazione agevolata rimane confermato a 3.000 euro lordi annui. Questo limite si intende come imponibile fiscale, escludendo il contributo INPS a carico del lavoratore. I beneficiari saranno esclusivamente i lavoratori dipendenti del settore privato con un reddito da lavoro dipendente nel periodo d’imposta precedente non superiore a 80.000 euro.

La norma stabilisce come condizione essenziale che l’erogazione del premio di risultato segua quanto previsto dai contratti aziendali o territoriali stipulati dalle associazioni sindacali comparativamente più rappresentative su base nazionale o dalle loro rappresentanze sindacali aziendali o dalle RSU. Solo la contrattazione “decentrata” ha la possibilità di stabilire i criteri per la misurazione degli incrementi di produttività, redditività, qualità, efficienza e innovazione ai quali legare la corresponsione di premi di risultato.

LEGGI ANCHE  Esonero contributivo assunzioni Ex dipendenti Alitalia: come fare domanda entro il 31 ottobre 2024

L’accesso ai benefici contributivi, fiscali e altre agevolazioni legate alla stipula di contratti collettivi aziendali o territoriali è subordinato al deposito telematico di tali contratti presso la sede territoriale dell’Ispettorato del lavoro competente, entro 30 giorni dalla sottoscrizione dei contratti, allegando una dichiarazione di conformità al modello stabilito dal decreto del 25 marzo 2016.

Premi di produttività e welfare aziendale

È importante tenere presente che il dipendente ha il diritto di richiedere la trasformazione dei premi di risultato in welfare aziendale, ovvero in benefici non soggetti all’inclusione nel calcolo del reddito imponibile.

Fringe benefit esentasse

In ambito di welfare, la Legge di Bilancio conferma la possibilità di fruire di fringe benefit esentasse. Per il periodo d’imposta 2024, si stabilisce che il “reddito non concorrerà a formare entro il limite complessivo di 1.000 euro” per il valore dei beni forniti e dei servizi prestati ai lavoratori dipendenti. Questa esenzione si estende anche alle somme erogate o rimborsate dai datori di lavoro per coprire le spese relative alle utenze domestiche del servizio idrico integrato, dell’energia elettrica e del gas naturale, nonché per le spese riguardanti l’affitto della prima casa o gli interessi sul mutuo relativo alla prima casa.

Attualmente, fino a dicembre, i fringe benefit esentasse ammontano a un massimo di 3.000 euro, ma tale cifra è riservata esclusivamente ai lavoratori con figli. Per tutti gli altri dipendenti, la soglia attuale si attesta leggermente oltre i 258 euro. A partire da gennaio, con l’entrata in vigore di questa disposizione, tali importi subiranno una revisione.

Potrebbe interessarti anche
- Advertisement -
Ultimi articoli
Autore
Valerio Mainolfi
Valerio Mainolfi
Specializzato in comunicazione e marketing, amante della scrittura creativa, navigo costantemente tra ambizioni future e sfide del nostro tempo, agganciato all’evoluzione illogica del mio essere.