Mentre l’attesa per il via libera definitivo sui nuovi ecobonus tiene in sospeso il mercato automobilistico, emerge un dettaglio cruciale: i beneficiari dovranno impegnarsi a mantenere il veicolo acquistato per almeno un anno per le persone fisiche, e per almeno due anni nel caso di persone giuridiche. Questa restrizione, se da un lato assicura la continuità nell’uso dei veicoli acquistati attraverso gli incentivi, dall’altro solleva interrogativi sulle possibili implicazioni per i consumatori e le aziende.
L’iter per l’approvazione dei nuovi incentivi non si è ancora concluso e ciò ha contribuito a un calo del 3,7% nel mercato automobilistico registrato nel mese di marzo, come riportato da Il Sole 24 Ore. L’incertezza riguardante l’entrata in vigore degli ecobonus ha un impatto diretto sulle decisioni di acquisto dei consumatori e sulle strategie commerciali delle concessionarie.
Sebbene il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri (Dpcm) sia pronto, il processo di approvazione richiede ancora almeno un mese prima che gli incentivi diventino effettivi. Questo perché il documento deve superare l’esame della Corte dei Conti e successivamente essere pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale. Inoltre, Invitalia deve aggiornare la piattaforma online “ecobonus“, fondamentale per la gestione delle richieste da parte delle concessionarie e dei beneficiari finali.
Secondo quanto previsto nella bozza, i contributi per l’acquisto o il leasing dei veicoli incentivabili saranno erogati a condizione che il beneficiario mantenga la proprietà del veicolo per almeno dodici mesi. Questo vincolo mira a garantire una continuità nell’utilizzo dei veicoli finanziati dagli ecobonus e a scoraggiare eventuali speculazioni sul mercato secondario.
Per le persone giuridiche, tra cui società di capitali, enti pubblici, associazioni e fondazioni, il vincolo di permanenza del veicolo viene esteso a ventiquattro mesi. Questa prolungata durata dell’impegno è giustificata dall’assunzione di un maggior rischio economico da parte di soggetti che operano nel contesto aziendale o istituzionale.
Il nuovo sistema di ecobonus prevede contributi differenziati in base alla categoria di emissioni del veicolo e alla sua eventuale rottamazione. Ad esempio, in assenza di rottamazione, il contributo è di 6.000 euro per veicoli con emissioni tra 0 e 20 grammi di CO2 al chilometro, mentre scende a 4.000 euro per quelli con emissioni tra 21 e 60 grammi. Non è previsto alcun bonus per la terza categoria di emissioni. Tuttavia, l’importo del contributo aumenta se viene effettuata la rottamazione di un veicolo più inquinante, con cifre che variano a seconda dell’anzianità del veicolo rottamato.
È stata fissata una soglia di prezzo massimo per i modelli acquistabili con ecobonus, escludendo quelli con un prezzo IVA esclusa superiore a 35.000 euro per le fasce di emissioni 0-20 e 61-135, e a 45.000 euro per la fascia intermedia 21-60.
Inoltre, per i nuclei familiari con un Indicatore della Situazione Economica Equivalente (ISEE) inferiore a 30.000 euro, è prevista una maggiorazione del 25% sui contributi, che può arrivare fino a 13.500 euro per le auto elettriche. Infine, per i redditi bassi è possibile accedere a ulteriori agevolazioni rottamando un veicolo Euro 5, con bonus che possono raggiungere gli 8.000 euro per le auto con emissioni tra 0 e 20 grammi e 5.000 euro per quelle tra 21 e 60 grammi.
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