Il governo italiano ha annunciato significative modifiche alla legge di bilancio per il 2025, che includono un drastico taglio agli incentivi per l’acquisto di veicoli. La nuova Manovra prevede una riduzione dei fondi per il settore automotive, spostandoli verso la difesa nazionale. La decisione ha suscitato non poche polemiche da parte delle associazioni di settore, preoccupate per il futuro dell’industria automobilistica italiana.
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Taglio drastico al Fondo Automotive
Nella legge di bilancio per il 2025, non sarà previsto alcun Ecobonus per l’acquisto di auto nuove. Questa misura, introdotta nel 2022 con il governo di Mario Draghi, mirava a sostenere la domanda e a facilitare la transizione ecologica del settore. Tuttavia, il governo attuale ha deciso di destinare circa 4,5 miliardi di euro dal Fondo Automotive alla Difesa, riducendo drasticamente il budget complessivo disponibile per gli incentivi.
La riduzione è rilevante: dai 5,8 miliardi di euro ancora disponibili, il fondo verrà ridotto a soli 1,2 miliardi, equivalenti a 200 milioni all’anno. Questa cifra appare ben inferiore ai 950 milioni stanziati nel 2024, una somma che si è rivelata insufficiente per soddisfare la domanda di auto elettriche e ibride, dimostrata dall’esaurimento dei fondi destinati al settore in poche ore lo scorso giugno.
Le preoccupazioni di Anfia: “Fondi insufficienti per la riconversione del settore”
Secondo Anfia, l’Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica, i fondi restanti non sono sufficienti per supportare la riconversione industriale e garantire la competitività delle aziende italiane nel mercato automobilistico globale. L’associazione, che rappresenta il settore manifatturiero automobilistico italiano, sottolinea come questo comparto conti oltre 270.000 addetti diretti e generi un fatturato di oltre 100 miliardi di euro, rendendolo un pilastro fondamentale dell’economia italiana.
“Il settore automotive è tra i principali protagonisti dell’industria italiana, ma è anche sottoposto a una trasformazione obbligatoria epocale in pochi anni”, ha dichiarato Anfia. Per il momento, l’associazione spera che parte dei fondi possano essere ripristinati durante l’iter parlamentare della Manovra, ma il futuro resta incerto per il settore, che rischia di attraversare anni difficili.
Il contesto europeo: le tensioni tra Italia e Bruxelles
Questo taglio avviene in un momento di forte tensione tra Italia e Unione Europea riguardo alle politiche ambientali e al divieto di vendita di veicoli a combustione interna previsto per il 2035. Il governo italiano, guidato da Giorgia Meloni, si oppone a questa normativa, cercando di anticipare la revisione della misura al 2025, in un contesto che vede anche il crollo di colossi automobilistici come Volkswagen e l’introduzione di dazi sulle auto elettriche cinesi.
Il ministro Adolfo Urso, in un recente incontro con la Commissione Europea, ha ribadito la necessità di massicci investimenti pubblici e privati per sostenere l’acquisto di veicoli elettrici. Tuttavia, alla luce dei nuovi tagli, questi investimenti sembrano sempre più difficili da attuare.
Il futuro dell’automotive italiano
Il 2025 si preannuncia quindi un anno cruciale per l’industria automobilistica italiana, che dovrà affrontare sfide senza precedenti in un contesto caratterizzato da risorse limitate e crescenti pressioni per la transizione ecologica. Gli effetti di questi tagli si faranno sentire non solo sulle vendite, ma anche sulla capacità delle aziende italiane di competere in un mercato sempre più orientato all’elettrico.
L’industria dell’auto in Italia sta vivendo un momento di forte incertezza. Il rischio, secondo molti esperti, è quello di una progressiva riduzione della produzione e dell’occupazione in un settore che, storicamente, rappresenta un’eccellenza del Made in Italy. Per saperne di più, visita la nostra sezione dedicata alle news.