L’Italia non è un Paese per giovani: abbiamo le prove

L'Italia non è un paese per giovani (Fonte: Canva) - www.circuitolavoro.it
Ecco perché dopo aver visto questi dati, molti hanno ipotizzato che l’Italia non sia un Paese per giovani.
La cosiddetta “fuga di cervelli” continua a farsi largo prepotentemente tra la mentalità dei giovani italiani, i quali, finiti gli studi pensano subito a come andare via dall’Italia, per cercare fortuna all’estero.
Molti giovani sono preoccupati di non trovare lavoro in patria o comunque di trovarne uno con uno stipendio non sufficiente, per questo, molte figure di spicco che potrebbero dare un grosso contributo alla nostra economia, semplicemente decidono di cambiare Stato di residenza.
Oltre a questo gruppo, ci sono anche coloro che lavorano in modo precario e chi dopo aver perso il lavoro, per differenti motivazioni, decide di non cercare più un altro impiego, vivendo così di sussidi. In questo modo l’economia subisce una brusca frenata.
Dopo aver letto questi dati poi, sono in molti che ipotizzano che l’Italia non è affatto un Paese per giovani. Ma come mai di questa affermazione?
Il rallentamento dell’occupazione in Italia
Come riportano da linkiesta.it, pare che il mercato del lavoro nel nostro Paese abbia subito un notevole rallentamento e nonostante i livelli record che hanno portato a un aumento di occupati di ben 24 milioni, i dati Istati riferiti a giugno 2025, rivelano che questa ripresa è già in frenata.
In un mese sarebbero stati registrati soltanto 16mila occupati in più, contro i 69mila inattivi. Questo dato allarmante indica che chi non ha un lavoro smette anche di cercarlo, trovando difficoltà a trovare un nuovo impiego. Si parla che il tasso di occupazione dovrebbe corrispondere al 62,9%, mentre il tasso di disoccupazione cala al 6,3% e quello di inattività, sale al 32,8%.
Un divario tra giovani e lavoratori di una certa età
Come mai dopo aver letto quei dati, molti sui social hanno sostenuto che l’Italia non sarebbe un Paese per giovani? Come letto su linkiesta.it, a lavorare maggiormente sarebbero gli over 50, grazie alle riforme per continuare a esercitare grazie alle riforme pensionistiche, mentre sarebbero i giovani a essere maggiormente in difficoltà.
Gli occupati over 50 hanno superato il mezzo milione in più, mentre nella fascia tra i 35-49 anni sono calati 180mila posti di lavoro e tra gli under 35 ce ne sarebbero addirittura 60mila in meno. Come finirà questa triste e preoccupante previsione? Soprattutto perchè gli under 50 prossimi comunque alla pensione, prima o dopo si fermeranno e quindi l’economia potrebbe finire allo sfacelo se non si trova un modo per impiegare i giovani, rilasciandogli un contratto comunque più stabile.