6 settimane di vacanze in estate: ecco i nuovi contratti di lavoro nazionali | Vai al mare con la famiglia per legge

Lavoratore in camicia e cravatta che salta felice in spiaggia: ferie estive

Ferie di 6 settimane - circuitolavoro.it

Nel 2025 ci sono contratti collettivi nazionali del lavoro che prevedono un mese e mezzo di vacanze estive retribuite: chi può usufruirne.

Quando si parla di ferie, la tentazione è quella di pensare a un diritto universale, statico, certo, e soprattutto immutabile nel tempo. Si lavora, si maturano giorni, si va in vacanza. Ma nella pratica le cose sono un po’ più complicate.

Le ferie ci spettano, certo, ma non tutti ne accumulano lo stesso numero, e non tutti possono goderne con le stesse regole. La verità è che dipende tutto dal contratto: ci sono settori che garantiscono più giorni all’anno, altri che si fermano al minimo stabilito per legge. Ci sono ferie che si maturano ogni mese, altre che non si vedono finché non si supera il periodo di prova. E poi c’è il solito rebus: ferie godute, non godute, in busta paga o congelate.

Ecco, in questo marasma di variabili, c’è anche chi, un mese e mezzo se lo passa al mare. E per chi lo stesse pensando, no, non si porta dietro nemmeno il pc.

Come funzionano le ferie nel 2025 e perché cambiano in base al contratto

Sulle ferie spesso si fa confusione. La regola base dice che ogni lavoratore ha diritto ad almeno 4 settimane di ferie retribuite all’anno. Ma il numero preciso di giorni, come si maturano e quando si possono usare, dipende tutto dal contratto collettivo applicato.

C’è chi accumula due giorni al mese, chi li vede conteggiati in ore e chi deve fare i conti con una settimana corta o con ferie calcolate su sei giorni. Un lavoratore del commercio, ad esempio, può avere 26 giorni all’anno, mentre in altri settori si parla solo di 20. E poi c’è ci li batte tutti con ben 36 giorni di ferie inseriti nel contratto.

Famiglia al mare
Ferie lunghe d’estate – circuitolavoro.it

1 mese e mezzo al mare: il contratto nazionale che li prevede

C’è una categoria di lavoro molto chiacchierata, su cui in tanti pensano che le ferie estive si estendano a tre mesi. Sì, stiamo parlando degli insegnanti, quelli che durante la pausa scolastica si crede smettano di lavorare del tutto. Entrando nel loro contratto, però, la realtà è diversa – sebbene più agiata di altri settori, almeno per quanto riguarda il periodo di ferie.

Il contratto scuola prevede infatti 36 giorni di ferie retribuite, che si sommano alle pause delle attività didattiche. È da qui che nasce l’equivoco dei “tre mesi”. Ma se si guarda bene, il tempo libero reale si aggira su un mese e mezzo scarso: giugno è occupato da scrutini ed esami, fine agosto da recuperi e collegi. E il resto? Spesso è correzione, preparazione, formazione.

E poi, piccola parentesi, c’è il lavoro extra alla sera e il weekend: compiti da correggere, lezioni da preparare, incontri con i genitori, aggiornamenti continui.

Insomma, nella realtà sono 36 giorni di ferie, ma ciò non significa che durante l’anno si lavori di meno. Anzi, talvolta anche di più.