I fringe benefit rappresentano un’importante forma di retribuzione non monetaria offerta dai datori di lavoro ai propri dipendenti. Questi compensi in natura, definiti anche “benefit aziendali“, si aggiungono al salario tradizionale e possono includere beni o servizi destinati a migliorare la qualità della vita e il benessere dei lavoratori. Con l’approssimarsi del 2025, è fondamentale comprendere come funzionano i fringe benefit, chi ne ha diritto e le novità che li riguardano.
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Cosa sono i fringe benefit?
I fringe benefit sono stati istituiti dalla Legge di Stabilità 2016 e comprendono una varietà di beni e servizi erogati dal datore di lavoro. Questi possono manifestarsi in forme diverse, come rimborsi, beni in natura o servizi accessori. Il loro scopo principale è quello di migliorare la soddisfazione del dipendente e favorire un ambiente di lavoro positivo.
Fino a una certa soglia, i fringe benefit non sono tassabili e non sottoposti a contribuzione. Attualmente, la soglia di esenzione fiscale è di 258,23 euro. Tuttavia, le politiche fiscali sono soggette a modifiche, e le recenti decisioni governative hanno fissato limiti più alti per i lavoratori con figli e per le nuove assunzioni che si trasferiscono a oltre 100 chilometri dalla sede di lavoro.
Novità per il 2025: limiti e soglie
Il Consiglio dei Ministri, durante la riunione del 15 ottobre 2024, ha confermato che nel 2025 rimarranno in vigore le stesse soglie di esenzione fiscale. I dipendenti con figli potranno continuare a beneficiare di un importo fino a 2.000 euro all’anno, mentre i dipendenti senza figli avranno diritto a 1.000 euro.
Inoltre, il governo ha introdotto una maggiorazione degli importi per i nuovi assunti che decidono di trasferire la loro residenza a più di 100 chilometri dal luogo di lavoro, incentivando così la mobilità e le assunzioni.
Chi può accedere ai fringe benefit?
I fringe benefit sono destinati a tutti i lavoratori dipendenti del settore privato, compresi coloro che hanno un contratto a tempo determinato, indeterminato o di apprendistato. Anche i collaboratori e i lavoratori autonomi occasionali possono beneficiare di questi compensi. Tuttavia, i dipendenti pubblici non possono accedere a questa forma di compenso. È importante notare che il datore di lavoro non è obbligato a fornire fringe benefit, e la loro erogazione dipende dalle politiche aziendali.
Datori di lavoro e fringe benefit
Non ci sono restrizioni settoriali riguardo all’erogazione dei fringe benefit; ogni datore di lavoro privato ha la facoltà di decidere se e in che misura riconoscerli. Tra i datori di lavoro che possono offrire fringe benefit ci sono anche enti pubblici economici e studi professionali.
Limiti di imponibilità e funzionamento
La soglia di non imponibilità dei fringe benefit è attualmente fissata a 258,23 euro. Qualora questa soglia venga superata, l’intero valore del fringe benefit diventa tassabile. Le recenti riforme hanno portato a un innalzamento delle soglie di esenzione fiscale, ora fissate a 2.000 euro per i lavoratori con figli e a 1.000 euro per quelli senza.
Cosa rientra nei fringe benefit?
I fringe benefit possono includere una varietà di beni e servizi, come:
- Auto aziendali ad uso promiscuo
- Buoni pasto
- Dispositivi elettronici (telefono cellulare, tablet, PC)
- Assicurazioni sanitarie o sulla vita
- Prestiti agevolati
- Borse di studio
Questi benefit possono anche essere erogati attraverso voucher o buoni acquisto, che consentono ai dipendenti di accedere a beni e servizi specifici.
Cosa non rientra nei fringe benefit
Non tutti i compensi possono essere considerati fringe benefit. Tra le prestazioni escluse troviamo i cosiddetti “flexible benefit”, come il rimborso delle rette scolastiche, viaggi e vacanze, e spese per medicina preventiva. Questi ultimi non concorrono alla formazione del reddito di lavoro dipendente.
Calcolo dei fringe benefit in busta paga
Il calcolo dei fringe benefit in busta paga avviene dividendo il valore annuale del bene o servizio per 12, per ottenere il fringe benefit mensile. Se il valore supera le soglie stabilite, l’importo eccedente diventa parte del reddito imponibile.
Come richiedere i fringe benefit
Per ricevere i fringe benefit, il lavoratore deve presentare una richiesta formale al proprio datore di lavoro. In caso di fringe benefit per dipendenti con figli, è necessario dimostrare il diritto a tale misura, fornendo il codice fiscale dei figli fiscalmente a carico.
Contributi e fringe benefit
L’INPS stabilisce che i fringe benefit sono inclusi nel reddito ai fini previdenziali solo se superano le soglie di esenzione. I datori di lavoro sono responsabili per il pagamento dei contributi previdenziali su tutto l’importo dei fringe benefit erogati che eccedono tali soglie.
I fringe benefit rappresentano una risorsa importante per migliorare la qualità della vita lavorativa e incentivare i dipendenti. Con le nuove norme in vigore per il 2025, è essenziale che i lavoratori siano informati sui propri diritti e sulle opportunità disponibili. Rimanere aggiornati sulle politiche aziendali e sulle normative fiscali può aiutare i dipendenti a sfruttare al meglio questi vantaggi. Per scoprire tutte le novità introdotte con la nuova Legge di Bilancio 2025, leggi il nostro articolo.