Molte persone hanno segnalato il ritardo nel pagamento dell’Assegno Unico di maggio e, dopo molte sollecitazioni, è stato l’INPS a fornire spiegazioni sul motivo di tale ritardo.
Il mancato pagamento dell’Assegno Unico a coloro che ancora non l’hanno ricevuto, entro le date consuete, è dovuto all’attuale svolgimento di controlli centralizzati da parte dell’Istituto, che riguardano specifiche categorie di beneficiari.
Questi controlli centralizzati sono finalizzati a un’operazione di conguaglio che comporterà il riconoscimento di ulteriori importi, anche tenendo conto delle ultime novità introdotte, nonché al recupero degli importi non dovuti.
Nel dettaglio, per 512mila famiglie l’importo dell’assegno sarà aumentato in media di 272 euro, portando la spesa totale a 140 milioni di euro. Al contrario, altre 378mila famiglie dovranno restituire circa 41 euro che sono stati erroneamente erogati in precedenza. Il totale recuperato ammonta a 15 milioni di euro.
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Conguagli INPS di maggio 2023 per l’assegno unico
L’INPS ha confermato l’avvio dei pagamenti di maggio 2023 dell’Assegno Unico Universale per i figli a carico. Oltre all’importo mensile usuale del sussidio, questi pagamenti includono anche l’accredito dei conguagli finali.
I conguagli finali rappresentano essenzialmente il ricalcolo necessario al momento della presentazione della Dichiarazione Sostitutiva Unica (DSU) e alle variazioni della soglia dell’Indicatore della Situazione Economica Equivalente (ISEE) nel corso dell’anno, tenendo conto anche delle nuove disposizioni normative del 2023 per le maggiorazioni.
L’INPS ha confermato che i ritardi nell’accredito dell’assegno unico riguardano determinati casi. Queste situazioni includono:
- Presentazione tardiva dell’ISEE;
- Calcolo della settima e dell’ottava mensilità;
- Nuove nascite;
- Rettifiche dell’ISEE già presentate;
- Riconoscimento o recupero di maggiorazioni non spettanti.
Pertanto, le famiglie coinvolte rientrano nei casi in cui l’INPS sta effettuando operazioni centralizzate di controllo, le quali possono dar luogo a due diverse situazioni.
Se si tratta di arretrati o riconoscimento di importi più elevati, ci sarà un conguaglio a credito che comporterà un aumento dell’assegno unico. Complessivamente, i conguagli a credito insieme alla rata di maggio 2023 ammontano a 140 milioni di euro, con un conguaglio medio a credito di circa 272 euro per nucleo familiare. È importante notare che con il Decreto Lavoro sono state introdotte alcune novità riguardanti le maggiorazioni: ad esempio, l’aumento di 30 euro per i genitori lavoratori sarà riconosciuto anche alle famiglie con un solo genitore vedovo e lavoratore. L’operazione di ricalcolo delle rate dell’Assegno Unico ha coinvolto circa 512.000 famiglie.
D’altra parte, se i controlli centralizzati in corso determinano un ricalcolo negativo dell’assegno unico, l’importo erogato sarà inferiore rispetto alle mensilità precedenti. Questo potrebbe accadere, ad esempio, se vengono accreditate maggiorazioni non spettanti o se viene presentato un modello ISEE con un valore più elevato, che influisce sul calcolo dell’importo mensile riconosciuto. Questi controlli riguardano 378.000 nuclei familiari, per un ammontare di 15 milioni di euro e una trattenuta media di 41 euro, da rateizzare entro il quinto dell’importo totale del debito.
Tabelle dell’assegno unico INPS 2023
Per il 2023 è stata applicata una rivalutazione annuale dell’8,1% sia agli importi che alle soglie ISEE. Di seguito, riportiamo alcuni esempi di come cambiano gli importi di base e le soglie ISEE nel 2023, in conformità con quanto stabilito nella Tabella 1 del Decreto Legislativo 230/2021.
Soglia Isee 2022 | Soglia Isee 2023 | Importo base 2022 | Importo base 2023 |
Da 0 a 15mila euro | Da 0 a 16.215 euro | 175 euro | 189,20 euro |
Da 18mila a 18.100 euro | Da 19.458 a 19.566 euro | 159,50 euro | 172,42 euro |
Da 20mila a 20.100 euro | Da 21.620 a 21.728 euro | 149,50 euro | 161,61 euro |
Da 24 mila a 24.100 euro | Da 25.944 a 26.052 euro | 129,50 euro | 139,99 euro |
Da 35 mila a 35.100 euro | Da 37.835 a 37.943 euro | 74,50 euro | 80,53 euro |
Da 37 mila a 37.100 euro | Da 39.997 a 40.105 euro | 64,50 euro | 69,72 euro |
Oltre 40mila euro | Oltre 43.240 euro | 50 euro | 54,05 euro |
L’elenco completo degli importi rivalutati per il 2023 e delle relative maggiorazioni è disponibile nell’Allegato 1 della Circolare INPS numero 41/2023.
Cosa fare se l’assegno unico non è ancora arrivato
Gli utenti riceveranno la comunicazione della variazione dell’Assegno tramite sms e messaggio e-mail e potranno valutare le modalità di calcolo rivolgendosi al Contact Center oppure alle Sedi dell’INPS.
Per verificare quando sarà accreditato l’assegno unico, è possibile accedere al portale dell’Istituto e controllare il Centro Notifiche all’interno della Home Page.
Cliccando sulla notifica inviata dall’INPS, sarà possibile visualizzare l’importo dell’Assegno Unico e la data di valuta, ovvero il giorno in cui le somme saranno effettivamente disponibili sul conto corrente indicato al momento della presentazione della domanda.
Inoltre, le somme erogate e la relativa data di valuta vengono anche notificate all’interno del “Fascicolo Previdenziale del Cittadino“, nella sezione dedicata ai “Pagamenti“.
Inoltre, all’interno della sezione del sito dedicata all’assegno unico per i figli a carico, è possibile consultare gli accrediti mensili già ricevuti, in modo da tenere traccia delle somme già pagate e di quelle ancora in attesa di essere erogate.