L’indennità economica NASpI (Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego) è un sostegno finanziario erogato dall’INPS a favore di coloro che perdono involontariamente il lavoro, ritrovandosi senza reddito. Per beneficiare di questa prestazione, è necessario soddisfare due condizioni fondamentali:
Il concetto di disoccupazione richiesto per l’erogazione della NASpI implica l’assenza di un impiego subordinato o autonomo per tutta la durata del beneficio. Qualsiasi nuovo contratto di lavoro subordinato può influire sul sussidio in tre modi diversi:
La NASpI viene sospesa quando il beneficiario viene assunto con un contratto di lavoro subordinato che soddisfa due condizioni:
In questi casi, la sospensione del sussidio è automatica per tutta la durata del contratto. È importante notare che la sospensione considera il periodo di calendario del rapporto di lavoro, indipendentemente dai giorni di effettiva presenza al lavoro. La ripresa del pagamento della NASpI avviene anch’essa d’ufficio una volta terminato il contratto.
Quando il beneficiario della NASpI viene assunto con un contratto di lavoro subordinato di durata superiore a sei mesi e con un reddito annuo che supera la soglia minima di 8.500,00 euro, la conseguenza non è la sospensione, ma la decadenza del sussidio. Questo significa che il beneficiario perde definitivamente il diritto alla NASpI.
Se il contratto di lavoro subordinato comporta un reddito annuo non superiore a 8.500,00 euro, il beneficiario può continuare a percepire la NASpI, ma in misura ridotta. Per mantenere il diritto al sussidio ridotto, il lavoratore deve:
Il sussidio verrà ridotto dell’80% del reddito previsto per il periodo tra l’inizio del nuovo lavoro e la fine del periodo di fruizione del sussidio o, se precedente, la fine dell’anno. La riduzione sarà ricalcolata automaticamente una volta presentata la dichiarazione dei redditi.
Chi è esente dall’obbligo di presentare la dichiarazione dei redditi deve fornire all’INPS un’autodichiarazione con l’ammontare del reddito ricavato entro il 31 marzo dell’anno successivo. La mancata comunicazione comporta la restituzione della NASpI percepita dall’inizio dell’attività lavorativa.
Per chiarire meglio le regole, vediamo alcuni esempi pratici:
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