Il dipendente pubblico può prendere parte a nuovi concorsi pubblici?

Molti si chiedono se è possibile partecipare ad altri concorsi pubblici, anche se già impiegati in un ente pubblico

Può un dipendente pubblico partecipare a nuovi concorsi pubblici? La partecipazione a concorsi pubblici da parte di dipendenti pubblici è un tema di notevole rilevanza che richiede chiarezza e comprensione delle normative in vigore. Scopriamole insieme.

Normativa sui concorsi pubblici per dipendenti pubblici

La normativa sui concorsi pubblici per dipendenti pubblici è regolata dal decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, che ha riformato il sistema di reclutamento delle pubbliche amministrazioni.

In base a tale normativa, l’accesso ai pubblici impieghi è consentito esclusivamente mediante concorso pubblico, salvo i casi stabiliti dalla legge.

I concorsi pubblici per dipendenti pubblici sono articolati in tre fasi:

  • una prima fase di preselezione, che può consistere in una prova scritta o in un colloquio
  • una seconda fase di valutazione dei titoli e delle esperienze professionali
  • una terza fase di valutazione delle prove d’esame

Le prove d’esame possono essere scritte, orali, pratiche o di altra natura, a seconda delle esigenze della posizione lavorativa da ricoprire. I candidati che superano le prove d’esame sono inseriti in una graduatoria di merito, che viene utilizzata per le assunzioni.

Il decreto legislativo 76/2020, che ha introdotto la riforma del lavoro pubblico, ha apportato alcune modifiche alla normativa sui concorsi pubblici per dipendenti pubblici.

In particolare, il decreto ha previsto la possibilità di svolgere le prove d’esame in modalità telematica, la riduzione del numero di prove d’esame e l’introduzione di un nuovo sistema di valutazione dei titoli e delle esperienze professionali.

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Partecipazione a un nuovo concorso da parte di un dipendente pubblico

La partecipazione a un nuovo concorso da parte di un dipendente pubblico è un’opportunità importante per chi desidera migliorare la propria posizione lavorativa o cambiare ruolo all’interno della pubblica amministrazione.

In Italia, i dipendenti pubblici possono partecipare a concorsi pubblici per posizioni diverse da quella in cui sono attualmente impiegati, purché in possesso dei requisiti richiesti dal bando di concorso.

Questa possibilità è estesa sia ai dipendenti a tempo indeterminato che a quelli a tempo determinato, compresi quelli nei primi cinque anni di assegnazione. Addirittura, i Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro (CCNL) per i dipendenti pubblici spesso prevedono permessi retribuiti per la partecipazione a concorsi pubblici ed esami.

Cosa fare se il dipendente pubblico vince un nuovo concorso

Quando un dipendente pubblico vince un nuovo concorso, la prima cosa da fare è consultare ciò che prevede il contratto CCNL del proprio settore. In generale si hanno a disposizione due opzioni:

  • dimettersi immediatamente dall’ente pubblico in cui si lavora
  • chiedere un periodo di aspettativa non retribuita a cui si ha diritto. Durante l’aspettativa ovviamente si inizierà a lavorare presso li nuovo ente, e solo alla scadenza dell’aspettativa si potrà decidere se dimettersi o al posto di lavoro precedente

Secondo la Legge 104 del 1992, l’aspettativa non retribuita si può richiedere fino ad un periodo massimo di 11 mesi, sia in maniera frazionata che continuativa. Questa aspettativa consente di gestire il passaggio tra il vecchio e il nuovo lavoro in modo flessibile.

Partecipazione a nuovi concorsi durante la fase di prima assegnazione

Anche i dipendenti che si trovano nella fase di prima assegnazione possono partecipare a nuovi concorsi pubblici. L’obbligo di permanenza presso la prima sede di assegnazione per cinque anni, previsto dall’Articolo 35, comma 5-bis del decreto legislativo 165 del 30 marzo 2001, si applica principalmente ai casi di mobilità (nel caso si volesse cambiare città), ma non si applica alla partecipazione a nuovi concorsi pubblici e all’eventuale vittoria di un posto in un altro ente della Pubblica Amministrazione. In questo caso, si tratta di un nuovo rapporto di lavoro, e il dipendente anche in questo caso ha il diritto di richiedere un periodo di aspettativa non retribuita presso il primo ente o di dimettersi immediatamente.

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Autore
Ortensia Ferrara
Ortensia Ferrara
Classe ’83, giornalista pubblicista dal 2007, laureata in scienze della comunicazione dal marzo 2008, appassionata di scrittura creativa, giornalismo e comunicazione da sempre. Pignola, puntuale, permalosa e inguaribilmente pessimista, curiosa, noiosa e ironica.